L’obiettivo della mozione che sarà discussa domani è di inserire anche il numero dei componenti il nucleo familiare fra i criteri del calcolo della tariffa per il servizio idrico
Rimodulare l'articolazione tariffaria oggi in vigore per le utenze domestiche, in modo che la bolletta del servizio idrico risulti alla fine più "equa". È questo l'obiettivo della mozione presentata per il Consiglio di domani 1 settembre dal M5S e rivolta all'amministrazione comunale.
"Attualmente – spiegano i pentastellati rappresentanti in Consiglio dal capogruppo Norci – le bollette sono calcolate per utenza indipendentemente dal numero delle persone che compongono il nucleo familiare che fa capo all’utenza stessa. I consumi sono poi divisi in metri cubi, scaglioni di consumo annuo da 0 a 60 metri cubi (a tariffa agevolata 0,443 € a m³), da 61 a 150 (a tariffa base 1.5136 € al m³), da 151 a 200 (eccedenza, a 3.2371€) ed oltre 200 metri cubi (seconda eccedenza, a 4.8221€ al m³). I costi riportati sono relativi solo alla quota acquedotto".
"Applicando questo tipo di tariffazione – spiegano ancora gli attivisti del M5S – risulta chiaro che vengono penalizzati i nuclei familiari più numerosi. Per fare un esempio, ipotizzando un consumo medio pro capite di 64m³ annui, nel caso di una persona che vive sola il costo annuo sarà di circa 32 euro; mentre in una famiglia di tre persone, ogni componente si vede addebitare per gli stessi 64 m³ circa 100 euro. Nel caso invece la famiglia fosse composta da cinque persone, la stessa quantità di acqua costerebbe circa 189 euro a testa".
"Questo è un sistema assurdo, perché non solo è socialmente ingiusto ma anche matematicamente paradossale. Solo Publiacqua che lucra su queste tariffe puo’ vederci qualcosa di lineare, mentre un’amministrazione che ha come interesse principale solo la cura e il benessere dei suoi cittadini ha il dovere di ribellarsi e riportare il servizio idrico ad una gestione pubblica, trasparente e giusta".