23, Dicembre, 2024

Serristori: verso l’apertura del Centro Medico Avanzato. Le critiche dei Cobas sulle modalità di organizzazione del servizio

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Dovrebbe aprire nei primissimi giorni di luglio il Centro Medico Avanzato del Serristori di Figline, che andrà in parte a sopperire alla chiusura del pronto soccorso, offrendo però un servizio destinato solo ai codici minori. Le modalità esatte di funzionamento verranno illustrate all’apertura. Intanto però non mancano le polemiche, e i Cobas Pubblico Impiego della Asl Toscana Centro puntano il dito contro Regione, Azienda sanitaria, Comune di Figline e Incisa e PD.

“Procede con affanno l’attivazione del ‘fumoso’ Centro Medico Avanzato, il carrozzone inventato dagli Amministratori Regionali del PD per giustificare la chiusura del Pronto Soccorso H24, il progressivo smantellamento dell’Ospedale Serristori e così nascondere la montagna di menzogne utilizzate in questi anni dai Sindaci del Valdarno Fiorentino”, attaccano i Cobas. “C’è una forte preoccupazione in casa del PD Valdarnese per la tenuta del proprio consenso elettorale e la pessima performance di governo della salute pubblica nel territorio che in questi anni ha caratterizzato in modo vergognoso la Giunta Mugnai, una Sindaca responsabile in prima persona dello sfascio attuale in cui versa l’Ospedale e di aver consentito lo svuotamento del servizio sanitario pubblico a favore degli appetiti privati che della salute fanno speculazione e business!”.

“Tutti gli impegni – accusano ancora i rappresentanti dei lavoratori – gli ultimatum strombazzati sulla stampa in merito alla vocazione dell’Ospedale Serristori come presidio per acuzie, e sul ripristino del PS H24, sono stati disattesi e traditi, Mugnai è stata persino incapace di realizzare un suo slogan ossessivo e ricorrente che è quello di ‘monitorare la situazione’ e il rispetto degli impegni presi da parte dei suoi colleghi amministratori regionali e della stessa azienda. Un comportamento in linea con le peggiori logiche della destra, fatte da tempo proprie dal PD, che ha ignorato le grosse mobilitazioni sociali, le petizioni, le raccolte firme degli ultimi anni a sostegno del Serristori”.

Sul Centro Medico Avanzato, i Cobas aggiungono: “Non è per l’emergenza-urgenza, ma solo ed esclusivamente un copia e incolla di ciò che sta in carico ai Medici di Famiglia o alla Guardia Medica durante i turni notturni e i giorni festivi per l’assistenza clinica di patologie a bassa complessità o codici minori. I lavori per adeguare gli spazi e gli l’allestimenti di arredi e strumentazioni sono stati davvero irrisori e un ulteriore spreco di denaro pubblico, poiché ingegneri/tecnici/elettricisti/geometri non hanno fatto altro che rimodulare i vecchi spazi precedentemente adibiti per il Pronto Soccorso: dunque un semplice bric-à-brac e riutilizzo di strutture e arredi già esistenti”.

Altra nota dolente, per il sindacato, riguarda proprio le modalità di reclutamento dei professionisti che vi lavoreranno: “Per l’individuazione dei medici, infermieri e OSS non c’è stata nessuna assunzione ma l’attivazione di un costosissimo strumento economico quale le cosiddette ‘produttività aggiuntive’ da effettuarsi dopo lo smonto notte, nel giorno libero o dopo le 6H della normale attività lavorativa, con un grosso rischio clinico e stress lavoro correlato. Ovviamente, nessun confronto con le organizzazioni sindacali e neppure con la RSU su materie come tutele, diritti, sicurezza e contrasto alla precarietà e allo sfruttamento”.

“Come COBAS – conclude la nota – ci domandiamo se questa sia una presa in carico dignitosa dei bisogni di salute e del rispetto dell’art 32 della Costituzione Repubblicana. E questo carrozzone, al posto di un vero Ospedale, come avevamo, rappresenterebbe la garanzia per il diritto alla salute in un sistema socio sanitario-pubblico, solidale e universale? E questo della precarietà del personale e del reclutamento a suon di produttività aggiuntiva, rappresenterebbero le necessarie risorse economiche, umane e organizzative? Noi crediamo di no!”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati