Le vicissitudini di un valdarnese che si è visto rifiutare l’ingresso del proprio bambino al pronto soccorso
Un cittadino valdarnese racconta le vicissitudine vissute al pronto soccorso del Serrsitori di FIgline. Al figlio di 6 anni non è stato permesso di accedere nella struttura perchè chiusa. Una vicenda che mette ancora in luce i problemi legati prima alla decisione di chiudere il pronto soccorso alle 20.00 e poi di anticipare il provvedimento alle 18.30.
Il racconto. Nel pomeriggio l'uomo trova una piccola zecca dietro l'orecchio del piccolo. Non rtiesce a toglierla e vista le malattie che può trasmettere si preoccupa. Chiama il 118 per avere indicazioni anche e soprattutto per il momento legato all'emergenza sanitaria. L'operatore gli risponde che può recarsi al pronto soccorso più vicino a lui, ovverosia quello del Serristori, aperto fino alle 20.00.
Il padre prende il piccolo e si reca al presidio di Figline. Sono le 18.45. All'ingresso un cartello conferma che è aperto fino alle 20.00. Ma, secondo il racconto dell'uomo, un addetto alla sorveglianza ferma il valdarnese e gli dice che non può entrare. Esce un'infermiera che lo ribadisce. L'uomo chiama il 112 e attende i carabinieri. Arriva una dottoressa che afferma esserci stato un errore di comunicazione ma che comunque il pronto soccorso è chiuso secondo le disposizioni, si può entrare solo entro le 18.30, e quindi il bimbo non può essere preso in carico. Deve andare al pronto soccorso della Gruccia.
Il bimbo è stato portato all'ospedale di Montevarchi dove in tempi brevissimi la zecca è stata tolta.
Il valdarnese rimane attonito per la situazione. "Mio figlio non è stato curato. Questa storia non finisce qua. Voglio che sia stata fatta giustizia. Voglio sapere chi ha dato la direttiva di non farmi entrare. E' mio dirtito entrare soprattutto quando c'è un cartello con scritto chiusura alle 20.00".