Una lettera inviata ai Sindaci di Figline e Incisa, Reggello e Rignano, per chiedere un incontro urgente sulle criticità presenti al presidio ospedaliero Serristori e sulle strutture e i servizi territoriali, cioè distretti, USCA, 118, Guardia Medica. A firmarla sono stati i Cobas della Asl Toscana Centro, dal Comitato Salvare il Serristori e dal Calcit del Valdarno fiorentino,
“A seguito dell’incontro avvenuto il 7 ottobre 2021 – scrivono – vogliamo porre all’attenzione dei Sindaci del Valdarno Fiorentino l’insostenibilità dell’attuale gestione aziendale in merito al futuro del Serristori divenuto uno stabilimento inadeguato a rispondere alle acuzie e ai ricorrenti bisogni sanitari della popolazione, in conseguenza delle ulteriori misure di depotenziamento del presidio ospedaliero e del persistere della riduzione dei posti letto, attività e servizi. Nonostante sia passata la fase emergenziale della pandemia legata alla riorganizzazione dei servizi nell’area della USL Toscana Centro si fa attendere l’impegno di quanto dichiarato dalla Direzione Generale il 28 ottobre 2020 sulla “…normalizzazione delle attività ed il ripristino completo del servizio di Pronto Soccorso h24, insieme al potenziamento dell’organico alla luce delle nuove assunzioni già in essere…” che dovevano essere ridistribuite nei presidi come il nostro, ancora in carenza di personale e che lo stesso presidio in rete con il presidio di Ponte a Niccheri avrebbe assicurato attraverso i team dei vari professionisti la soddisfazione dei bisogni sanitari della popolazione del Valdarno Fiorentino salvaguardando la qualità e la quantità delle prestazioni necessarie in sicurezza”.
“Della riorganizzazione in atto – spiegano ancora – il presidio ospedaliero Serristori risulta essere danneggiato, penalizzato e sottodimensionato proprio sul versante dell’adeguamento delle dotazioni organiche di medicina generale, chirurgia, ortopedia e anestesia, pediatria, cardiologia e di conseguenza le relative specialistiche presenti nel periodo pre-covid, mentre allarmante rimane la situazione del personale sanitario addetto all’assistenza e ai servizi tecnico sanitari. Esprimiamo forte preoccupazione sulla rimodulazione dell’emergenza territoriale del 118 che risulta non essere in grado, come avevamo già denunciato, a soddisfare, se non con affanno, le richieste provenienti dalle popolazione dei vari Comuni, località e frazioni montane con le sovrapposte funzioni forzatamente assegnate ai lavoratori di sostituzione delle attività di Pronto Soccorso e del Medico di Guardia, che a tutt’oggi risulta essere inesistente durante la notte nell’area del Valdarno”.
Restano sul tavolo altre criticità, sottolinea la lettera: “La chiusura del PS H24 del presidio Serristori e la mancata riapertura dei 14 posti letto di un intero reparto di Medicina non possono essere sostituite dal Pronto soccorso del Santa Maria Annunziata né da quella della Gruccia della USL Toscana sud-est perché in sovraffollamento o intasati o carenti di personale, mentre per la Medicina rimane scandaloso che la Direzione Generale avvalli e copra l’immotivata indisponibilità dei Medici dell’OSMA a mettersi in rete ancora di più, alla luce del buco di bilancio in sanità da parte della Regione Toscana che ha fatto entrare in default tutto il sistema sanitario pubblico”.
Cobas, Comitato e Calcit ricordano quali erano i numeri del Serristori fino al 2019: “Accessi al Pronto soccorso di circa 15 mila pazienti l’anno, ricoveri totali di 3.300 pazienti l’anno, interventi chirurgici di circa 1.200 l’anno e circa 20.000 prestazioni ambulatoriali con l’eccellenza in endoscopia e oncologia”. Numeri che se paragonati “alla situazione attuale vede chiuse o sospese gran parte delle attività, posti letto ridotti al 20%, chiuso il Pronto Soccorso e Sub Intensiva, chiusa l’attività chirurgica di ortopedia, chiusa l’odontoiatria, chiuse alcune prestazioni ambulatoriali di oculistica, ridotta al lumicino l’attività cardiologica e pediatrica e in grande affanno l’area diagnostica di laboratorio analisi e dei cup/anagrafe, con la drastica riduzione di personale pari a più di 50 lavoratori dismessi o trasferiti (meno 36 infermieri, meno 8 operatori socio sanitari, meno 6 medici, meno 3 tecnici sanitari di laboratorio analisi), danno un chiaro quadro di un presidio in via di chiusura o smantellamento”.
Per tutti questi motivi i tre autori della lettera “ritengono non più rinviabile il ripristino alle piene funzione del presidio ospedaliero Serristori per una efficace, appropriata assistenza e sicura presa in carico del paziente riaprendo tutto ciò che è stato chiuso, a partire dal Pronto Soccorso H24, investendo sulla struttura ospedaliera, sull’adeguamento delle dotazioni di personale, sul rafforzamento delle attività specialistiche mediche, sui servizi distrettuali conformemente ai bisogni territoriali del Valdarno Fiorentino e con risorse economiche e umane stabili e ad essi prioritariamente assegnate. Queste sono in sintesi le nostre proposte, per impedire lo smantellamento progressivo del presidio ospedaliero Serristori e per fermare il degrado dei servizi territoriali e distrettuali”.