Dopo aver scritto una lettera al sindaco e averlo incontrato insieme ad Andrea Ghiandelli della Cgil una parte dei 120 lavoratori si è presentata in consiglio. Viligiardi: “Cercheremo di coinvolgere le aziende del territorio cercando innanzitutto di creare i presupposti perchè non si crei nuova disoccupazione”
Si sono presentati al centro di geotecnologie dove si stava tenendo il consiglio comunale. Lo scopo è stato quello di chiedere ancora una volta aiuto al sindaco. Quello che stanno cercando da molto tempo è un lavoro.
In tutto sono 120 e provengono dal settore dell'edilizia. Il tempo ormai prolungato di 'senza lavoro' impedisce ad ognuno di loro di poter usufruire degli ammortizzatori sociali, come cassa integrazione o mobilità. Non hanno un'occupazione ma hanno una famiglia. Tempo fa hanno scritto anche una lettera al sindaco di San Giovanni e lo hanno incontrato insieme ad Andrea Ghiandelli della Funzione pubblica Cgil.
A Maurizio Viligiardi hanno chiesto di poter essere inseriti nei lavori socialmente utili, in lavori momentanei, ma non è facile. Lo stesso Ghiandelli precisa che per le amministrazioni pubbliche non è questione semplice da definire. Con la loro presenza in consiglio, dunque, hanno voluto ribadire la propria posizione e rivolgere di nuovo la propria richiesta di aiuto all'amministrazione comunale.
Il sindaco ha risposto:
"L'amministrazione farà quello che ha fatto fino ad oggi ossia cercare di coinvolgere le aziende del territorio cercando innanzitutto di creare i presupposti perchè non si formi nuova disoccupazione. Per i lavori che coinvolgono aziende in nuove attività possiamo costruire progetti che possano dare delle risposte a chi usufruisce dei servizi sociali. Per il prossimo anno – continua – la legge ci permette di potere riavviare i lavori socialmente utili che riguardano chi è in mobilità o cassa integrazione, mentre per i disoccupati di lungo periodo cercheremo di indirizzare le aziende che verranno ad operare a San Giovanni ad attingere ai lavoratori disoccupati del territorio, anche se centoventi – conclude Viligiardi – sono tanti”.