23, Novembre, 2024

Sei Toscana, il CdA delibera l’aumento del 50% dei compensi: ed è bagarre. Piovono le contestazioni

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Il sindaco di Montevarchi, Chiassai Martini: “Politicamente inaccettabile”. Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia: “Inopportuno”. Protestano anche le associazioni di categoria

La notizia è di questi giorni: il Consiglio di Amministrazione di Sei Toscana, la società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto, ha deliberato l'aumento del plafond economico a disposizione degli stessi membri del CdA (che sono sette, oltre all'Amministratore delegato Marco Mairaghi e al Presidente Roberto Paolini: ma quest'ultimo avrebbe già rinunciato all'aumento) per oltre il 50%, passando così da 180mila euro a 300mila euro (non sarebbero invece corrette le cifre circolate in questi giorni, e riprese anche in alcune dichiarazioni, che parlano di un passaggio da 300 a 460mila euro). 

Da quando la notizia si è diffusa, si sono scatenate le reazioni. Pioggia di 'no' da molti sindaci dell'area Sud Est, totalmente contrari a veder aumentare i costi per il CdA della società. Oggi il sindaco di Montevarchi, Sivlia Chiassai Martini, interviene in merito: "L’aumento del 50% per i compensi del Cda di Sei Toscana è la goccia che fa traboccare il vaso, in quanto rappresenta la chiara affermazione di logiche di gestione dettate dal business, ma lontane anni luce dall’ottimizzazione di un servizio e dalle esigenze del cittadino".

"Ho accolto con favore – sottolinea Chiassai – la sollevazione e l’indignazione espressa in questi giorni da molti sindaci nei confronti di una decisione che considero politicamente inaccettabile. Ritengo tuttavia che non solo si debba tornare indietro su questa decisione, ma che si debba avviare un percorso di profonda rivalutazione di tutto il sistema di smaltimento dei rifiuti che mostra evidenti criticità e inefficienze". Il sindaco di Montevarchi ricorda, tra l'altro, che la stessa Sei Toscana è commissariata, nella parte di gestione del servizio, "a seguito delle indagini per presunta turbativa d’asta sul contratto di affidamento del servizio nell’ambito di Arezzo, Siena e Grosseto".

Ad appesantire il conto, anche "le ulteriori richieste della stessa società, con tanto di ricorso presentato al Tar contro l’Ato, per ulteriori costi sostenuti, che potrebbero ricadere sui 105 Comuni, quindi sui cittadini per mezzo della Tari, già salatissima". Insomma, per Chiassai, si tratta di "una serie di circostanze imbarazzanti, accadute in questo anno, che confermano da una parte l’impotenza degli amministratori locali di controllare e di incidere sulle modalità di funzionamento del servizio; dall’altra la necessità urgente di intraprendere azioni forti da parte dei sindaci per un ritorno a un controllo più diretto dei Comuni".

"Per questo – conclude – mi adopererò, come il sindaco di Grosseto, per richiedere la convocazione straordinaria dell'assemblea dei sindaci dell'Ato Toscana Sud. Se davvero lo sconcerto dei sindaci è reale, non ci saranno problemi a ottenere una posizione unica, anche per i sindaci del Valdarno, da presentare e dimostrare in Ato". 

Al coro di 'no' si aggiunge anche quello di Stefano Mugnai, consigliere regionale di Forza Italia. "Atto inaccettabile e inopportuno, presenteremo subito un’interrogazione in Regione per coinvolgere la giunta toscana – annuncia – la società è commissariata: sotto il profilo squisitamente pratico non si ravvisa la necessità di un aumento, men che mai della portata deliberata l’11 settembre scorso, dato che il core business dell’azienda, ovvero la gestione del servizio propriamente detta, è svolto dai commissari. Non c’è un maggior onere di lavoro per il cda, semmai una vistosa contrazione delle competenze. Questo rende un aumento di emolumenti ingiustificabile". 

Poi c’è la questione dell’opportunità: "Sono scelte come queste – chiude Mugnai – che minano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. In particolare la gestione d’area vasta dei rifiuti si è dimostrata a più riprese lontana dalle esigenze delle persone e dei territori, e tale decisione non fa che confermare questa distanza, marcandola se possibile. Che poi la decisione arrivi in una società i cui appalti sono finiti sotto la lente della magistratura è davvero contestabile anche eticamente, e non a caso anche dall’interno ci sono delle contestazioni". 

Intanto in queste ore si aggiungono anche le prese di posizione, negative, delle associazioni di categoria, nei confronti degli aumenti deliberati dal CdA di Sei Toscana. Il rischio, sottolinea ad esempio Confesercenti in una nota, è di ulteriori rincari per gli utenti: "I costi maggiori derivanti dall’aumento dei compensi del cda ricadranno sicuramente in bolletta e questo non lo accettiamo". Infine l'onorevole Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana, ha già annunciato che chiederà al Ministro Padoan di riferire in Parlamento, in merito a questa vicenda. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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