Volantinaggi davanti a molti punti vendita, per il sindacato l’adesione è stata medio-alta. La vertenza sul rinnovo del contratto di lavoro per i dipendenti dei grandi centri commerciali va avanti da 4 anni: “I lavoratori si mobilitano per un contratto migliore e chiedono alle associazioni datoriali senso di responsabilità: non si può guadagnare recuperando solo dal costo del lavoro”
Buona adesione all’agitazione con punte alte, alcuni negozi e molti reparti a servizio chiusi: la Filcams Cgil Toscana, che per oggi con Fisascat Cisl e Uiltucs aveva indetto uno sciopero dell’intero turno di lavoro nel commercio, per il rinnovo del Contratto nazionale, ritiene questi risultati "positivi, anche alla luce delle forti pressioni a non scioperare messe in atto dalle aziende. Dalla Toscana parte un messaggio forte: i lavoratori si mobilitano per avere un contratto migliore e chiedono alle associazioni datoriali senso di responsabilità, non si può guadagnare recuperando solo dal costo del lavoro".
Lo sciopero, che ha avuto adesioni anche in Valdarno, riguardava gli addetti della grande distribuzione e delle cooperative: coinvolti quindi punti vendita di catene come Unicoop Tirreno, Unicoop Firenze, Coop Centro Italia, Carrefour, Coin, Decathlon, Despar, Esselunga, Ikea, Leroy Merlin, Metro, OVS, Upim, Zara, eccetera.
Sono quasi 4 anni che i lavoratori delle Cooperazione, oltre 12mila in Toscana, sono senza Contratto Nazionale "per la pretesa della controparte – commentano i sindacati – di trovare una soluzione che peggiorerebbe diritti e retribuzione, a partire dal non pagamento dei primi tre giorni di malattia, a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello già siglato con Confcommercio, archiviando la Distintività cooperativa valore fondante del movimento. Le aziende associate a Federdistribuzione, invece, da oltre 4 anni impongono unilateralmente l’applicazione, nei fatti, di un “regolamento associativo”, non sottoscrivendo un nuovo Contratto nazionale di settore e neppure riconoscendo il rinnovo del Contratto nazionale TDS siglato con Confcommercio nel 2015, producendo un danno retributivo e contributivo alle lavoratrici e ai lavoratori, circa 15 mila in Toscana".
"Una situazione aggravata ulteriormente dai comportamenti di molte singole aziende che in questi anni – conclude la Cgil toscana – hanno operato disdette dei contratti integrativi, aperto procedure di licenziamento e, soprattutto, pretendendo aperture per le Festività, massima flessibilità degli orari, peggiorando le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori".