Tantissime persone hanno assistito alle presentazione del volume che, ad almeno 35 anni dalla sua scomparsa, ha fatto rivivere l’abitato demolito durante le escavazioni a cielo aperto della lignite. L’evento si è svolto nella Pieve Romanica di San Romolo a Gaville
Un paese fantasma, che oggi rivive per la prima volta grazie al libro: "San Donato in Avane, il paese ritrovato", Settore 8 edizioni, a cura di Filippo Boni e da un'idea di Piero Romanelli, Adelmo Brogi e Piero Secciani, tre suoi ex abitanti.
Molte delle persone e delle famiglie che circa 35 anni fa vissero la scomparsa di San Donato in Avane si sono ritrovate nella Pieve Romanica di San Romolo a Gaville per la presentazione del volume voluto e realizzato con l'obiettivo di ricostruire una pagina da riscoprire della storia del nostro territorio.
"Quell'abitato in realtà resiste su alcune mappe geografiche del Valdarno, le meno aggiornate. Ci sono campi coltivati, poderi, strade, case, una chiesa, una cappella, un mulino, una cooperativa, alcuni negozi. Però è scomparso da almeno 35 anni. Tranne coloro che lo vissero, che lo conobbero, che lo abitarono, oggi nessuno ricorda più nulla. Per la verità esiste anche una strada che da Gaville, dopo la Pieve, in direzione Le Corti, nel comune di Cavriglia, conduce a San Donato in Avane. Dopo una serie di tornanti e di buche sassose, improvvisamente compare un cartello bianco: "San Donato" è scritto di nero. La strada prosegue e poi si interrompe bruscamente. C'è una sbarra e dopo un'immensa distesa verde, si apre l'ex area mineraria del bacino di Cavriglia. E' là che sorgeva il paese. I giovani oggi quando sentono il suo nome lo collegano ad altri toponimi. San Donato in Avane infatti fu uno degli ultimi paesi evacuati e distrutti durante le escavazioni a cielo aperto della lignite tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ottanta. Si trovava quasi interamente nel territorio del Comune di Figline Valdarno (oggi Figline-Incisa), mentre una piccola porzione, per lo più poderi e case sparse, era situata nel Comune di Cavriglia".
"Il libro narra la storia dell'abitato fin dalle sue origini medievali, per approfondire poi la vita, gli usi ed i costumi di tutti i giorni durante tutto il novecento, fino alla ricostruzione storica documentata dell'abbandono e della distruzione, avvenuta per l'ampliamento del bacino lignitifero tra i comuni di Cavriglia e di Figline tra il 1977 ed il 1985. Di grande interesse è anche la ricostruzione catastale ed iconografica, arricchita da bellissime immagini totalmente inedite provenienti da archivi privati, di tutti i poderi che componevano il territorio circostante al paese, integrati dalle splendide testimonianze di vita di tutti gli abitanti che li vissero e li abitarono. Insomma un mosaico complesso e ricco di umanità, che mai fino alla pubblicazione di questo volume era stato realizzato".
La presentazione è stata preceduta dalla Santa Messa nella Pieve e da un pranzo presso il circolo sociale della frazione del Comune di Figline e Incisa Valdarno.