Lista e Comitato unite per l’abolizione dell’art.34 bis della legge regionale sulla sanità della Toscana. E la capogruppo Valentina Trambusti annuncia: “Saremo in piazza a raccogliere le firme, valuterem se chiedere anche la scissione del comune unico”
Anche il Comitato e la Lista Salvare il Serristori annunciano la propria adesione alla raccolta firme per l'abolizione dell'art.34 bis della legge regionale sulla sanità della Toscana. Si tratta di una nuova iniziativa, tesa a scardinare l'impianto di una legge già contestata nella sua versione precedente: e il Comitato e la Lista avevano già raccolto le firme nel 2015 per il referendum contro la riforma sanitaria, poi reso nullo dalle modifiche adottate dalla giunta regionale in chiusura dello scorso anno.
"Con questo articolo nello specifico – spiegano – si consegna la sanità pubblica in mano ai privati, non garantendo così la possibilità di cura a buona parte dei cittadini. Ci siamo sempre battuti per una sanità pubblica e per un ospedale che deve essere in grado di dare le risposte alle necessità di tutti gli utenti. Pertanto ci mettiamo a disposizione dei cittadini che intendono firmare contro questa insensata riforma sanitaria e in particolare contro l'art.34 bis".
C'è poi una dura critica legata al contesto locale, quello di Figline e Incisa. "Considerando gli impegni presi in campagna elettorale dall'attuale amministrazione comunale e dal Sindaco nei confronti del nostro ospedale, poi mai mantenuti; e considerando i proclami fatti prima dell'Unione dei due comuni, con cui si diceva che due comuni uniti avrebbero avuto più forza e importanza per il mantenimento del presidio ospedaliero; considerando invece che a oggi il nostro ospedale è stato privato di servizi essenziali e ridotto all'osso il Pronto Soccorso; considerando il malcontento generale dei cittadini, annunciamo che insieme alla raccolta firme per la sanità, valuteremo anche la raccolta firme per iniziare la scissione dei due comuni di Figline e Incisa Valdarno".
"Nonostante io abbia creduto in questa fusione – spiega la capogruppo Valentina Trambusti – e abbia votato anche a favore a suo tempo, oggi questa fusione si è rivelata un fallimento: sia dovuto all'incapacità gestionale di risorse, che alle promesse non mantenute in merito al presidio ospedaliero. Pertanto torneremo in piazza per ascoltare i cittadini, per dare informazione sia sul presidio ospedaliero che sulla riforma sanitaria, e per iniziare il percorso di separazione fra i due comuni".