Il cantautore si è esibito in un concerto nell’ambito della serata “Una notte a Terranuova”. Tantissime le persone che hanno preso parte all’esibizione ea tutta la manifestazione
Cantautore ma anche poeta, scrittore e insegnante: Roberto Vecchioni si è fermato in Valdarno per il concerto che ha tenuto in piazza Liberazione in occasione di "Una notte a Terranuova". Nell'intervista rilasciata nel pomeriggio spazia dal concetto di musica ai suoi 'ragazzi', gli studenti, dal Tour che sta per prendere il via alla differenza tra i cantautori di un tempo e quelli di oggi.
73anni, laureato in Lettere antiche, insegnante per trent'anni di greco, latino, italiano e storia in vari licei classici di Milano e di Brescia e poi all'Università, Roberto Vecchioni inizia la sua attività di cantautore negli anni '60 scrivendo canzoni per artisti affermati come Iva Zanicchi e Ornella Vanoni. Nel 1971, per la prima volta, interpreta le proprie canzoni: incide il suo primo album “Parabola” con la celeberrima “Luci a San Siro”. Nel marzo dell'anno scorso ha anche recitato nel film di Castellitto: “Nessuno si salva da solo”. Ha pubblicato numerosi libri e saggi. Molte le onorificenze e i premi ricevuti nell'arco della sua carriera.
La musica: "La musica è cultura quando ti fa uscire da te, ti fa esprimere pensieri diversi dai soliti che hai dentro, quando ti dà altri incentivi, altre possibilità di immaginare, di credere. Rimane invece poco cultura quando compensa le tue sufficienze e quando basta a consolarti. Allora è musichetta".
Poi il Tour che partirà da Assiago. Il concerto riporta il titolo del libro che è uscito ad aprile: "La vita che si ama". "Tutto il concerto passa attraverso questo concetto. È una sorta di autobiografia rivolta ai ragazzi, la storia della mia vita per dire che c'è sempre un angolo nella vita passato il quale il dolore, la sofferenza non si vedono più, c'è qualcosa oltre quell'angolo".
Il rapporto con i suoi studenti: "Ho cercato di insegnare ai ragazzi di mantenere da uomini le caratteristiche che avevano da giovani ed è difficilissimo perchè la vita ti ingloba, ti prende, ti massacra e ti constringe a scelte dure. Alla fine si cresce e ci si abitua alla vita".
Vecchioni rivela che i brani che ama di più sono quelli meno conosciuti dal grande pubblico, "quelli che parlano di me, dei miei affetti" e poi sottolinea la differenza che esiste tra i cantautori del suo tempo e quelli di oggi.
"Conte, Guccini, De Andrè, De Gregori: in loro c'era una cultura spaventosa alle spalle, oggi ci si adegua a quello che è l'ascoltatore medio. La stessa cosa vale per gli scrittori o i pittori. C'era un mondo in cui costruivamo un altro mondo, adesso invece si cavalca un mondo possibile. Ci sono anche cantanti importanti ma non c'è più l'impeto, l'avventura, la voglia di una volta e purtroppo i ragazzi non se ne accorgono".
In piazza Liberazione molte sono state le persone giunte per ascoltarlo: per tanti è stato un flashback nel passato, rispolverando emozioni e sentimenti che sembravano svaniti, per altri la curiosità di conoscere un cantautore che ha fatto della musica e della cultura il proprio pane quotidiano.
Videointervista di Diletta Cecchi