05, Ottobre, 2024

Roberto Bianciardi e Maradona: “Prima l’ho arbitrato, poi sono stato il suo medico sociale”

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Roberto Bianciardi, noto in Valdarno per la sua attivita di medico con studio a Terranuova, ha arbitrato il Napoli di Maradona varie volte, è stato poi medico sociale dei partenopei nell’anno del secondo scudetto

Roberto Bianciardi, noto in Valdarno per la sua attività di medico con studio a Terranuova, ha conosciuto bene Maradona, prima per averlo arbitrato e poi per essere stato medico sociale del Napoli.

Bianciardi, come arbitro, era arrivato fino al palcoscenico della serie A (la prima li 24 maggio 1981, Catanzaro-Inter 0-0, l'ultima il 6 aprile 1986, Atalanta-Avellino 2-0), era stato responsabile medico Figc, quindi medico sociale del Napoli  da 1989 fino al 1991 con vittoria dello  scudetto nel campionato 1989-1990 (il secondo in assoluto per i partenopei dopo quello della stagione 1986-1987 n.d.r), infine nello staff sanitario del Torino dal 1991 al 1993.

"Maradona era arrivato in Italia nel luglio del 1984, il Napoli quell'anno  andò in ritiro a Castel del Piano, io arbitravo già in serie A  e fui chiamato a dirigere un'amichevole  e Diego segno quattro gol. Ho arbitrato il Napoli e Maradona anche nella seconda e terza amichevole di quell'anno a Siena e Grosseto, poi in campionato una volta a Verone e un paio di volte al San Paolo".

Nel 1989 la chiamata del Napoli per ricoprire il ruolo di medico sociale: "A Maradona piaceva fare le terapie disintossicanti e un paio di volte alla settimana si facevano delle flebo per il fegato, il problema era che aveva una certa quantità di adipe, non si trovavano bene le vene e mi era difficile infilare l'ago. A volte gli facevo la mesoterapia perchè soffriva di mal di schiena,  tavolta lamentava del dolore a qualche tendine ma per il resta era una roccia. Il primo anno è stato fantastico, era come vivere in un limbo, abbiamo vinto lo scudetto e averlo fatto a Napoli è come averne vinti dieci in un'altra città.  Nel marzo del 1991 Diego fu trovato positivo al doping e andò via. A fine stagione io decisi di accettarre l'offerta del Torino".

Del suo rapporto con Maradona, Bianciardi non ha aneddoti o curiosità particolari da raccontare: "Ero il dottore, c'ero in amicizia ma il suo confidente era Carmando, il massaggiatore". Quindi una riflessione conclusiva: "Ripensando alla sua morte,  la mia idea e che  Diego si sia ucciso con la sue stesse mani. Non aveva consapevolezza di quello che aveva, di quanto fosse importante essere in salute,  negli ultimi anni era molto provato e per me che faccio il medico è una ferita enorme pensare che una persona possa essersi ridotta in quel modo".

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