La Toscana è la prima Regione a darsi una legge per il riordino delle funzioni delle Province: alla Regione assegnati compiti in materia di difesa del suolo, caccia e pesca, rifiuti, inquinamento e opere strategiche di viabilità. Ai comuni cultura, turismo, sport e associazionismo
I compiti che finora erano delle province sono stati riassegnati: finiranno per la maggior parte in mano alla Regione Toscana, e poi ai Comuni e alle Unioni di comuni. Lo ha stabilito las legge regionale sul riordino delle funzioni delle province approvata ieri dal Consiglio regionale toscano, con 41 voti favorevoli e 3 astensioni.
In sostanza, il legislatore regionale ha ridisegnato l'assegnazione di compiti e competenze, risolvendo in parte il caos generato dalla riforma Del Rio che ha sì soppresso le province (come enti di primo livello) ma le ha poi riproposte come enti di secondo livello, non elettivi. E lasciando sul piatto la questione dei dipendenti da ricollocare.
Cosa dice la legge della Toscana? Formazione, agricoltura e difesa del suolo sono tra le competenze di cui la Regione tornerà ad occuparsi direttamente. Si occuperà anche di caccia e pesca. Avrà competenze in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell'aria e delle acqua. Si occuperà ancora di inquinamento acustico ed energia, dell'osservatorio sociale e delle autorizzazioni come Aia, Vas, Via e Aia. Quanto alle strade regionali, progettazione e realizzazione di opere strategiche saranno regionali mentre la manutenzione rimarrà alle Province. E con le funzioni la Regione riassorbirà anche il personale che a queste era dedicato, che magari rimarrà negli uffici territoriali.
Ai Comuni vanno invece le competenze su cultura, turismo, sport e associazionismo mente la forestazione sarà esercitata in forma associata dalle Unioni dei Comuni. Una riorganizzazione a parte riguarderà invece la Città metropolitana fiorentina, che assorbirà le deleghe altrove passate alle amministrazioni comunali e si occuperà, se i Comuni lo decideranno, anche di urbanistica e piano strutturale, mobilità, viabilità e edilizia scolastica.
E i dipendenti, dunque, che fine faranno? Secondo i calcoli delle sigle sindacali toscane, dei poco più dei 4300 dipendenti delle ex Province, circa 1200 – 1300 lavoratori passeranno in Regione, altri 400 saranno riassorbiti tra Comuni e comunità montane mentre 360 hanno maturato i requisiti per il pensionamento sfruttando la pre-Fornero. I rimanenti, si parla comunque di più di 2mila lavoratori, dovrebbero passare invece alle Province di secondo livello e alla Città metropolitana di Firenze.
Entro 90 giorni la Regione dovrà stipulare con ogni Provincia una convenzione per l'utilizzo di sedi e personale, con la creazione di uffici regionali in ogni territorio. "Ricordo però – ha commentato Segretario generale della Provincia di Arezzo, Gabriele Chianucci – che in base alle normative nazionali ogni Provincia dovrà comunque entro il 31 marzo stilare gli elenchi del personale eccedente il 50% previsto dalla Legge, e per la nostra Provincia parliamo di un numero compreso tra 210 e 220 persone". Su cui per ora resta l'incertezza.