Seduta consiliare aperta al pubblico sul tema rifiuti. Si toccano diversi aspetti: dal servizio, ai poteri di controllo dei comuni, al caso nato in seguito all’inchiesta. Il presidente dell’assemblea di Ato spiega che il Prefetto sta già lavorando al Commissariamento di Sei Toscana richiesto dall’Anticorruzione. Pesanti le critiche del M5S
Comuni sempre più distanti, “allontanati dal controllo sul gestore”; mentre l’intero sistema di Ato viene rimesso in discussione alla luce dell’inchiesta che ha scosso il settore dei rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto. Il consiglio comunale aperto sui rifiuti, convocato alla Ginestra di Montevarchi, fa luce su un settore in cui le criticità, oggi, sono molte. Ad aprire la seduta i due interventi del sindaco Silvia Chiassai e del presidente dell’assemblea di Ato Toscana Sud, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli.
“Per Montevarchi – dice Chiassai – stiamo parlando di un servizio che nel 2016 è costato 4 milioni di euro ai cittadini, tra l’altro con una impennata dei costi rispetto agli anni precedenti il bando vinto da Sei Toscana. La netta sensazione, con l’attuale sistema in vigore, è che si è perso completamente il controllo del comune sulla gestione del servizio. Per noi quello disegnato dalla Regione Toscana con la legge che istituisce i tre Ato non è un sistema efficiente. Anche per quanto riguarda l’assemblea dei sindaci di Ato Toscana Sud, è sbilanciato il potere decisionale, in favore dei comuni che sono sede di impianti, come Terranuova, mentre Montevarchi conta poco più dell’1 per cento”.
Chiassai elenca anche le specifiche criticità del servizio su Montevarchi: “Un anno e mezzo fa, per abbattere i costi, la precedente amministrazione ha deciso di tagliare i servizi di spazzamento, diminuendo la frequenza per coprire anche le nuove zone di Montevarchi Nord: nei prossimi giorni cercheremo di mettere on line tutti questi dati. Abbiamo un porta a porta solo in alcune zone della città che, a quanto mi risulta, non riscuote molto favore dei cittadini, crea problematiche ma costa circa 400mila euro, con un notevole impatto sul conto totale. Dobbiamo ripensare l’intero sistema, il nostro obiettivo sarebbe di andare vero una tariffa puntuale, che premi i cittadini più virtuosi nella raccolta differenziata, ma dobbiamo capire come poterlo fare”.
Sulla questione Ato e sul post-inchiesta si concentra invece il presidente dell’assemblea dei sindaci, Alessandro Ghinelli. “Con gli arresti domiciliari al Direttore generale di Ato Toscana Sud, e le misure restrittive a Presidente e Vicepresidente di Sei Toscana, vengono decapitati i vertici: in quel momento ci siamo resi conto che nella struttura tecnica di Ato mancavano i tecnici con le competenze necessarie a portare avanti il lavoro di indirizzo e controllo, senza l’ingegner Corti, che fino a quel momento aveva fatto e disfatto. Il lavoro dell’assemblea dei sindaci è stato importante affinché si potesse continuare ad operare. Quando arrivarono le prime lettere dell’Anticorruzione relative a Sei Toscana, ho ritenuto che, se si voleva operare una disgiunzione completa fra un passato fumoso e il futuro, fosse necessario andare verso il commissariamento: ma l’assemblea dei sindaci si spaccò e non deliberò, nel frattempo comunque Anac ha inviato la richiesta di commissariamento direttamente al Prefetto di Siena”.
La novità è che quel commissariamento chiesto dall’Anticorruzione arriverà a breve: “Ho incontrato personalmente il Prefetto di Siena – aggiunge Ghinelli – e sta già lavorando a questo commissariamento: probabilmente Sei Toscana sarà affidata ad un tris di tecnici specializzati, presumibilmente un ingegnere, un esperto del settore legale e un soggetto che abbia competenze economico commerciale, di fatto un dottore commercialista, che si occupino così di tutti gli aspetti di gestione, raccolta e smaltimento dei rifiuti, e del funzionamento della macchina”.
E se il contratto venisse dichiarato in qualche modo viziato, al termine di questa inchiesta? “Tre possibilità – elenca Ghinelli – la prima, è quella di cui Rossi ha già parlato, e cioè che la Regione andrebbe probabilmente verso un Ato unico di livello toscano; la seconda opzione, è di rimanere con le tre Ato attuali, e che si riformuli un’altra gara gestita da commissari; la terza, è che si ricostituiscano gli ambiti territoriali che c’erano prima, su scala praticamente provinciale, che erano molto efficienti e consentivano un controllo più puntuale da parte dei sindaci”.
Nel corso della seduta, aperta anche ai contributi dei cittadini, molte le critiche. Dalle opposizioni, Bertini (Pd) ha chiesto all’amministrazione comunale di chiarire quali siano i progetti per Montevarchi, come intende riprogrammare il servizio e utilizzare i soldi non spesi per il mancato acquisto dei sacchetti del porta a porta; Camiciottoli (Avanti Montevarchi) ha ipotizzato che forse sarebbe stato Ato il soggetto da commissariare, cioè l’ente pubblico che ha bandito la gara, e non Sei Toscana che è il privato.
Ma le contestazioni più feroci sono arrivate dal M5S, con Carlo Norci: “Per due volte vi abbiamo dato l’opportunità di fare qualcosa di concreto, prima che esplodesse l’inchiesta. Potevate votare a favore delle nostre mozioni, potevate pretendere chiarezza dall’Ato su quel bando. Non lo avete fatto. Tutto questo lo avevamo previsto e non ci avete ascoltati”. E a rincarare la dose Donella Bonciani, che con il Movimento 5 Stelle aveva studiato il bando e preparato una battaglia a suon di mozioni che aveva attraversato tutta la Toscana: “In tutti i comuni, nonostante il nostro lavoro, le mozioni sono state bocciate: e così gli amministratori si sono fatti passare avanti dalla magistratura”.