Solo negli sportelli allestiti dal Comitato sono state poco meno di 900 le istanze presentate, a cui si aggiungono tutte quelle che gli utenti hanno fatto via internet o alla sede di Publiacqua. “Il 30 settembre era una scadenza solo per i rimborsi della sentenza 335, ma per chi continua a pagare in bolletta servizi non dovuti, non c’è scadenza: noi continueremo a lavorare con i cittadini”
Sono quasi novecento le istanze di rimborso del canone per la depurazione presentate da altrettanti utenti attraverso gli sportelli attivati dal Comitato Acqua Bene Comune del Valdarno. E se a questi si sommano quelli di chi li ha presentati autonomamente, sia via internet che alla sede di Publiacqua, il numero totale dei valdarnesi che hanno fatto istanza di rimborso supera ampiamente quota mille.
Numeri sognificativi per una questione che non era affatto semplice da gestire. Tre le diverse istanze di rimborso che era possibile presentare: e prima, si doveva verificare di avenre effettivamente diritto. Insomma, una piccola giungla, dentro la quale è stato possibile districarsi anche grazie agli sportelli attivati dal Comitato. Due di questi, a Loro e Cavriglia, attivati in collaborazione con il comune. Gli altri, A Pian di Scò, Levane, Montevarchi, Reggello, Tosi, Piantravigne, aperti grazie alla collaborazione con circoli, cittadini, e in alcuni casi del Movimento 5 Stelle.
"Come Comitato – spiega oggi Rossella Michelotti, tirando un po' le somme di quanto fatto finora – abbiamo attivato più tipi di richieste di rimborso della depurazione. Prima di tutto, vi sono quelle previste proprio dalla sentenza della Corte Costituzionale 335 del 2008". A moltissimi utenti, prima della sentenza, veniva fatto pagare il servizio depurazione, anche se non erano allacciati al servizio. Dopo la sentenza sono stati addebitati in fattura solo i servizi erogati, ma gli utenti avevano diritto al rimborso di quanto pagato ingiustamente: per questa richiesta la scadenza era quella del 30 settembre.
"Poi, vi sono gli utenti a cui è sta addebitata in bolletta la legge 13 del 2009, che stabilisce si debbano pagare anche i progetti di depurazione, ma occorre il rispetto dei tempi del piano di ambito e occorre che gli utenti siano informati in bolletta su costi e avanzamento lavori. I gestori non hanno rispettato i tempi dei piani di ambito, né hanno informato gli utenti. Un esempio? Al Neri e Castelnuovo dei Sabbioni non sono neppure iniziati i lavori per allacciare al depuratore di San Giovanni, ma a questi utenti si rendono pochi spiccioli dal 2003 al 2008 e si è fatto pagare quasi il 70% della quota prevista per la depurazione".
"Infine – continua Rossella Michelotti – ci sono gli utenti a cui si è continuato ad addebitare in bolletta servizi non dovuti anche dopo la sentenza della Corte Costituzionale: ad alcuni solo la depurazione, ad altri solo la fognatura ed ad altri ancora (in numero preponderante) entrambi i servizi. Per questi utenti abbiamo predisposto, oltre alla normale richiesta sulla sentenza 335, anche una lettera reclamo istanza di rimborso sui diversi servizi non erogati ed addebitati in fattura". E queste richieste, nello specifico, per il Comitato non scadevano il 30 settembre, ma potranno essere presentate ancora.
I numeri? Ecco quelli relativi alle istanze gestite proprio dal Comitato Acqua Bene Comune Valdarno: "Oltre 360 le richieste sulla 335, delle quali più di un centinaio a Cavriglia e altrettante a Castelfranco Piandisco; e poi oltre 70 a Reggello e, a seguire, Terranuova, Montevarchi e Loro. Occorre precisare che mentre a Cavriglia e Piandiscò gli sportelli di richiesta sono stati attivi da diverso tempo, negli altri comune ne sono stati fatti solo pochi e non è stato facile informare i cittadini".
La seconda tipologia ha riguardato un solo comune del Valdarno: "Sono state oltre 300 le istanze sulla legge 13 e tutte su Cavriglia (dove riguarda circa un terzo degli utenti), mentre in altre zone non abbiamo ancora trovato tale voce addebitata in bolletta. Più di 200, infine, gli utenti a cui si sono addebitati servizi non dovuti dopo la sentenza 335, e sempre in relazione agli sportelli Cavriglia è in testa con circa 85 reclami, seguita da Reggello con più di 50 e Terranuova circa 20, come Montevarchi e Loro".
A questi, dicevamo, vanno aggiunti i cittadini che hanno fatto reclamo via internet, o alla sede di Publiacqua, e poi altri che hanno già ricevuto i rimborsi: in alcune località, infatti, erano stati attivati sportelli per la richiesta anche poco dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Ad esempio a Piandiscò, Castelfranco e San Giustino, poco dopo il 2009 gli utenti avevano già fatto richiesta.
C'è poi la questione dell'aggiornamento delle banche dati. Publiacqua ha eseguito una revisione dei dati la scorsa estate, e ha poi inviato comunicazione agli utenti la cui posizione era risultata diversa rispetto a quella precedenrte. "Ma sono venute fuori situazioni caotiche – aggiunge Michelotti – come ad esempio casi in cui, nella stessa via, alcuni risultano avere diritto e altri no. E a Massa dei Sabbioni, a qualcuno hanno già restituito i servizi non dovuti, ad altri hanno detto che iservizi addebitati in bolletta erano quelli dovuti". Tra i comuni, da sottolineare che quello di Rignano è stato il primo ad aver pubblicato on line tutta la mappa di chi è allacciato ai servizi di depurazione, e nello specifico anche a quali.
"Insomma – conclude Rossella Michelotti – è stata una grande confusione. Anche per questo il Comitato Acqua Bene Comune Valdarno continuerà a presentare le istanze di rimborso, anche perché non c'è alcuna scadenza per fare richiesta, se sono stati addebitati servizi non dovuti".