26, Aprile, 2024

Restauro del cranio di Mammuthus meridionalis: prosegue il paziente lavoro di ripulitura

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A San Giovanni, in un capannone messo a disposizione da uno sponsor, lavora la restauratrice Antonella Aquiloni. Dai primi lavori di ripulitura è emerso anche un frammento osseo di un altro animale, della famiglia dei cervidi

Viene piano piano alla luce, il cranio di mammut che dallo scorso settembre si trova a San Giovanni, in un capannone messo a disposizione da uno sponsor. L'esemplare di Mammuthus meridionalis, scoperto al Tasso, era stato scavato in estate e poi trasportato via nel mese di settembre, per avviare il restauro.

Se ne sta occupando la restauratrice Antonella Aquiloni, che sta liberando il reperto dal residuo di sedimento che lo ricopre. Il paziente lavoro di ripulitura sta facendo emergere la superficie ossea del cranio e l’avorio delle difese, cipè le zanne. Queste ultime, molto fragili e compromesse dalla permanenza nel terreno da almeno 1,5 milioni di anni, hanno particolarmente bisogno di essere consolidate con specifici prodotti chimici.

Durante questo “scavo in laboratorio”, tra l'altro, è venuto alla luce un altro osso, una scapola di cervide, che giaceva nei sedimenti dell’antico torrente che inglobavano anche il cranio di Mammuthus.

Nel corso di un recente incontro tra la Soprintendenza di Siena, l’Accademia Valdarnese del Poggio e l’Università di Firenze è stato valuto l’impegno necessario per concludere il restauro e sono state discusse le soluzioni tecniche per affrontare il trasferimento dell’ingombrante cranio fossile al Museo Paleontologico di Montevarchi, che sarà la sua destinazione finale per l'esposizione al pubblico. Nel frattempo continua la campagna “S.O.S. Mammuthus. Aspetta il tuo aiuto da oltre un milione di anni”: grazie all’aiuto di molti è stato possibile coprire una parte delle spese sostenute per lo scavo, ma molto rimane ancora da fare.

Le risorse per il restauro saranno quindi reperite attivando anche campagne di crowdfunding e organizzando eventi e visite guidate al laboratorio, per gruppi e per scuole. Il primo di questi eventi è in arrivo: sarà possibile visitare il resto fossile di elefante, al quale deve ancora essere attribuito un 'nome', e avere particolari circa lo scavo ed il restauro del reperto, sabato 3 febbraio e domenica 25 febbraio. Le visite prevedono prenotazione ed il costo della visita è di 3 euro a persona; il ricavato sarà destinato a finanziare il prosieguo del lavoro.

Per informazioni su orari e prenotazioni: Museo Paleontologico di Montevarchi, tel 055-981227 (ore 9-13).

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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