04, Novembre, 2024

“Restauriamo la Fontana Delcroix al Saltino”: e il Comitato dona il progetto al comune. Ora si cercano i fondi

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La Fontana, oggi in condizioni di degrado, è l’unico Monumento Italiano dedicato ai Mutilati della Prima Guerra Mondiale. Il Comitato è nato un anno e mezzo fa, in seguito ad una donazione di una vedova di un mutilato: 60mila euro ci sono già, ma per portare a termine il restauro, una volta avuto il via libera della Sovrintendenza, ne servono almeno altrettanti

C'è una fontana dimenticata al Saltino di Vallombrosa: inaugurata nell'agosto del 1924, fu poi intitolata l'anno successivo all'onorevole Carlo Delcroix, poeta e scrittore, mutilato della Grande Guerra. La Fontana Delcroix ha quasi un secolo di vita, ma ha subìto negli anni un trasloco e la perdita di alcune componenti. Poi il passare del tempo ha contribuito alla parizale rovina di alcune parti. 

La storia di questa Fontana, che oggi è l'unico Monumento Italiano dedicato ai Mutilati della Prima Guerra Mondiale, è poco nota. L'opera fu progettata da Mario Liccioli, ingegnere del comune di Reggello, e realizzata da una famiglia di scalpellini di Pietrapiana, i Sottili. Lo scultore di origini norvegesi Hendrik Christian Andersen, che da anni faceva parte della comunità di villeggianti vallombrosani, si occupò di disegnarne le decorazioni e sovrintendere ai lavori. 

Alla sua inaugurazione partecipò lo stesso Delcroix, che all'età di vent'anni, a causa dello scoppio di una bomba che cercava di disinnescare, aveva perduto entrambe le mani e gli occhi. Fondatore dell'Associazione Nazionale mutilati e invalidi di guerra, ne fu per anni presidente, così come dell'altra sua creature, il Maggio Musicale Fiorentino. La cerimonia di inaugurazione della nuova fontana di Saltino si concluse con il conferimento della cittadinanza onoraria del comune di Reggello a Delcroix e ad Andersen.

Ma dopo la seconda Guerra Mondiale, la Fontana fu smontata e spostata nella sua attuale collocazione, poco più sopra il centro del Saltino, verso Vallombrosa. In quel trasloco alcuni pezzi andarono perduti, altri furono danneggiati. Poi, negli anni, il ghiaccio danneggiò anche la vasca e il sistema dei giochi d'acqua. Oggi la Fontana è in pessime condizioni di manutenzione.

Quel monumento, insomma, ha bisogno di un restauro. Proprio per questo un anno e mezzo fa è nato il Comitato per la ricostruzione e il restauro della Fontana, presieduto da Maria Teresa Ghinassi. Che oggi ha fatto un significativo passo in avanti: ha appena donato, infatti, al Comune di Reggello il progetto esecutivo per la ricostruzione della fontana, elaborato sotto la consulenza dell'architetto Massimo Ricci, esperto del Forum Unesco “Università e Patrimonio” dell’Università Politecnica di Valencia. 

Il progetto sarà inviato alla Soprintendenza per la richiesta dell’autorizzazione paesaggistica e per le successive fasi e autorizzazioni necessarie. La proposta del Comitato, indirizzata a Comune e Publiacqua, sarà di alimentare la Fontana usando l’eccedenza di acqua che attualmente si perde a monte, per convogliarla nel paese subito sotto Saltino.
 
Il progetto conta già su un cospicuo finanziamento, frutto di una donazione da parte della signora Christel Murmann, vedova di Benito Zorzit, uno degli ultimi mutilati della Prima Guerra Mondiale diventato cieco a nove anni per l’esplosione di un residuo bellico. La donazione in memoria del marito, arrivata nell'ottobre del 2014, è di 60mila euro. Ne servono almeno altrettanti: il progetto costeràà infatti, secondo le previsioni, circa 130mila euro. E il Comitato si prepara dunque ad una campagna di raccolta fondi. "Speriamo di sensibilizzare – spiega la presidente Maria Teresa Ghinassi – chi ha a cuore la memoria e chi tiene alla riqualificazione di una località, protagonista di un eclettismo unico, che ne ha forte bisogno".
 
C'è poi un aspetto di memoria storica ed etica da non sottovalutare, sottolinea la Presidente del Comitato: "Il restauro della Fontana Delcroix è da considerarsi un atto morale verso gli oltre due milioni e mezzo di malati a causa del conflitto, il milione di feriti in guerra e soprattutto dei 463mila mutilati ed invalidi, i 14mila grandi invalidi e i circa 1.500 cechi di guerra. Uomini per i quali la guerra non si concluse il 4 novembre del 1918 con l'Armistizio, ma che vissero quella immensa tragedia e la loro sofferenza giorno per giorno, per tutti i giorni della loro vita. Soldati dimenticati dalle celebrazioni dei vincitori, come un pesante fardello da non mostrare per non macchiare con la visione di questi monumenti viventi della sofferenza le retoriche celebrazioni della guerra vittoriosa. Il restauro della fontana è un gesto di umana pietà ed un monito ad una società in crisi che nonostante le ferite del passato affronta con la stessa superficialità i nuovi conflitti".
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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