Tiene ancora banco il dibattito intorno alla Multiutility, la società mista pubblica privata che ha aggregato alcuni dei gestori dei servizi più importanti della Toscana. In una nota, la Cgil con il Segretario provinciale, Alessandro Tracchi, annuncia: “Intendiamo promuovere e organizzare un incontro pubblico con i cittadini sulla Multiutility toscana. Quella che si è realizzata e continuerà ad espandersi interessando sempre più amministrazioni e cittadini, imprese e lavoratori, è una trasformazione del sistema di erogazione dei servizi pubblici in Toscana. Si tratta di un nuovo e unico soggetto per energia, acqua, igiene urbana. I nuovi assetti, i capitali, gli investimenti, l’organizzazione e la qualità dei servizi, il loro costo, i livelli occupazionali delle maestranze coinvolte non possono essere decisi in ambiti ristretti”.
Questo dunque è l’impegno che la Segreteria provinciale della Cgil si è assunta con il Comitato Acqua Pubblica Arezzo, Acqua Bene Comune Valdarno, Associazione I’Bercio Loro Ciuffenna incontrati lo scorso 1° settembre. La Cgil toscana ed aretina e la Federconsumatori hanno già espresso, nei giorni scorsi, una valutazione negativa sulla quotazione in Borsa della Multiutility Toscana, giudicandola un errore politico e giuridico.
“Non ci sono questioni ideologiche ma scelte concrete in difesa dei cittadini e dei lavoratori – continua Tracchi – in passato sono state percorse scorciatoie che hanno messo in secondo piano i cittadini e le comunità locali ed i lavoratori interessati. Siamo convinti delle necessità di un progetto imprenditoriale esclusivamente pubblico che superi l’attuale frammentazione della gestione dei servizi, ma vogliamo che la sua concretizzazione arrivi al termine di un percorso di informazione e di partecipazione dei cittadini che, attraverso i sindaci e i comuni, sono poi i veri azionisti delle società pubbliche”.
Già da tempo la Filctem Cgil di Arezzo assieme alla Camera del Lavoro e altre categorie Cgil coinvolte nella gestione appalti ha attenzionato questa situazione evitando i primi effetti sulle condizioni lavorative delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati in questi settori evitando l’applicazione di contratti pirata. “La Cgil rimane convinta della necessità di una società interamente pubblica la quale possa garantire migliori condizioni per i lavoratori in termini di diritti contrattuali salariali e di rappresentanza, e che operi garantendo qualità del servizio attraverso investimenti continui da non far pagare all’utenza migliorandone anche la sostenibilità dei piani tariffari applicati ai cittadini. Diritti sicurezza qualità del servizio e abbattimento dei prezzi al consumo questo deve essere il vero obiettivo da perseguire tutti assieme. In tema di servizi essenziali, Cgil e Comitati si sono detti d’accordo sulla necessità che il livello decisionale debba essere il più prossimo possibile ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese. Sosteniamo anche la tesi della necessità che gli utenti dei servizi e i lavoratori della Multiutility siano presenti negli organismi societari, senza sovrapposizioni ma contribuendo attivamente alle decisioni assieme ai sindacati”.
“L’incontro di oggi con i Comitati e l’associazione – termina Tracchi – si è concluso con l’impegno ad organizzare insieme un appuntamento pubblico che serva ad informare i cittadini e a promuovere la partecipazione degli utenti dei servizi interessati. Vogliamo una migliore qualità di questi servizi, ma a costi sostenibili, un processo di riorganizzazione del lavoro che tenga conto delle professionalità dei lavoratori e dei loro diritti della loro sicurezza, una strategia che valorizzi l’identità pubblica del nuovo soggetto imprenditoriale”.
Intanto il Comitato Acqua Bene Comune Valdarno ritorna all’attacco delle scelte politiche dei sindaci che hanno deciso di entrare nella Multiutility, all’indomani di una proposta di atto di indirizzo di Publiacqua per ampliare la partecipazione della società a gare anche al di fuori della Toscana: l’atto di indirizzo è stato però bocciato in assemblea. “Tutti i nodi, denunciati come Comitato Acqua Bene Comune Valdarno, alla fine vengono al pettine; a questo punto si disegna in modo chiaro quali siano i veri intenti della maggioranza dei sindaci, soci prima in Publiacqua poi nella Multiutility, a cui si è aggregato anche il comune di Montevarchi: fare affari e profitti sulla pelle dei cittadini”.
“Il primo passaggio – spiega il Comitato – è stata la proroga della concessione di Publiacqua con il pretesto di non aumentare le tariffe per darsi tempo di dettagliare il progetto in atto, il secondo l’aggregazione dei comuni nella Newco Acqua Toscana anche stavolta con la scusa di ripubblicizzare il servizio, la terza la fusione nella Multiutility di ALIA Servizi Ambientali Spa di Acqua Toscana Spa, Consiag Spa, Publiservizi Spa, società da far confluire in borsa, Società che già allo stato attuale risponde alle norme regolate dal testo unico della finanza e non al testo unico delle società partecipate, allontanando dai sindaci il potere decisionale sulle gestione dei servizi stessi. L’ultima tessera del mosaico si è composta all’assemblea di Publiacqua del 31 agosto, quando l’amministratore delegato della Multiutilty Irace ed il presidente di Publiacqua Perini hanno proposto ai pochi sindaci, che per fortuna non hanno partecipato all’operazione di aggregazione in Acqua Toscana e alla fusione nella Multiutilty (rendiamo merito ai comuni del Valdarno che sono Cavriglia, San Giovanni Valdarno e Loro Ciuffenna) e al socio privato (Acque Blu Fiorentine), un atto di indirizzo per poter partecipare a gare per ottenere concessioni di gestione del Servizio Idrico Integrato su tutta la penisola italiana”.
“Lo scopo chiaramente – accusa il Comitato – non è certo quello di rendere più efficiente e compatibile con l’ambiente i servizi; vogliamo ricordare ai cittadini e sindaci che abbiamo le tariffe più care d’Italia, gli acquedotti che perdono oltre il 40% di acqua, alcune reti ancora in cemento amianto, abbiamo le fognature in pessime condizioni che sversano reflui a gogo, molti centri minori non sono a tutt’oggi collegati alla depurazione; il vero obiettivo è di fare un’operazione industriale-finanziaria al fine di potenziare Publiacqua, per renderla più appetibile in borsa, avere un utile netto maggiore e più dividendi per i soci pubblici e privati. Anche il comune di Montevarchi, che non era entrato nelle Multiutity addirittura facendone il recesso, si è schierato a favore di questa operazione, mostrando tutto il suo interesse, come anche parte della sua appartenenza politica, ad una politica finanziaria ed affaristica sui servizi pubblici locali, ci teniamo anche a ricordare che Montevarchi preleva l’acqua da potabilizzare per il consumo umano da quella fogna che è il Canale Battagli (in deroga per coliformi)”.
“Per fortuna la proposta dell’amministratore delegato Irace e del presidente di Publiacqua Perini non è passata, perché c’è stato il voto contrario oltre a quello dei pochi comuni rimasti direttamente nella società anche del socio privato. La ripugnante sensazione che abbiamo è che questa Multiutilty ci farà rimpiangere le società miste pubblico private, che abbiamo combattuto anche con il famoso referendum del 2011, la politica è di natura prettamente finanziaria e affaristica della precedente gestione”, conclude la nota del Comitato Acqua Bene Comune Valdarno.