Gli ambulanti hanno manifestato tra Pistoia e Firenze per chiedere la riapertura dei mercati per tutte le categorie merceologiche, annullamento del pagamento per il suolo pubblico, anno bianco fiscale, l’apertura del tavolo sulla crisi del settore
Sono stati 1260 i furgoni che hanno 'invaso' civilmente Firenze per chiedere misure che possano dare respiro alle proprie imprese. Gli ambulanti si sono ritrovati prima a a Pistoia e subito dopo a Firenze. Tra loro molti provenivano dal Valdarno: da Montevarchi San Giovanni e Figline. Una delegazione del direttivo di Assidea che ha organizzato la manifestazione pacifica e a cui hanno aderito ambulanti da tutte le parti della Regione, è stata ricevuta dal Prefetto di Firenze Alessandra Guidi.
Hanno chiesto di essere ascoltati lemntando un settore ormai in ginocchio. Vogliono ottenere la riapertura dei mercati per tutte le categorie merceologiche, l'annullamento del pagamento per il suolo pubblico fino al 31 dicembre 2021, un anno bianco dal punto di vista fiscale con interventi sulla parte contributiva, l'apertura del tavolo sulla crisi del settore.
Il serpentone dei furgoni, sotto l'occhio vigile della polizia municipale e della polizia, ha invaso il capoluogo toscano portando avanti la protesta.
Alessio Pestelli, presidente di Assidea: “Una adesione altissima da tutta la Toscana come mai si era vista per il nostro settore e che dimostra come quello delle mancate riaperture e della mancate misure strutturali di sostegno, sia un problema reale, urgente e non più rinviabile. Adesso è il tempo di dire basta alle chiusure che, di fatto, penalizzano quasi esclusivamente gli ambulanti e i mercati ed è arrivato il momento di prendere le decisioni: si riaprano i mercati, si annulli il versamenti del suolo pubblico fino a fine anno e si apra un tavolo di crisi per il settore. E ora che la politica torni a fare scelte nell’unico interesse delle sue imprese e dei suoi cittadini. I mercati all’aperto – conclude Pestelli – sono luoghi sicuri. Ci scusiamo ancora una volta con la città per i disagi creati, ma l’unica responsabilità è di una politica sorda incapace di ascoltare i bisogni reali del Paese”.