In vista della chiusura del secondo anno di sperimentazione del servizio, il punto della situazione: nella zona della provincia di Arezzo si contano quasi cinquecento anziani che hanno chiesto di aderire, fra cui oltre un centinaio del Valdarno
Sono stati oltre un centinaio, per la precisione 115, gli anziani 'visitati' nell'ambito del progetto “Pronto badante” in Valdarno aretino. Il progetto, partito prima in via sperimentale soltanto in alcune zone della Toscana (tra cui i comuni del Valdarno fiorentino), nel corso del 2017 è stato implementato in tutta la Regione e ora si sta avviando verso la conclusione del secondo anno di sperimentazione, prevista per il 28
febbraio 2018. Il terzo anno di sperimentazione partirà il 1 marzo.
L’obiettivo del progetto regionale è di fornire sostegno e assistenza alla famiglia quando si presenta la prima fase di fragilità dell'anziano: vengono garantiti sia un aiuto economico per l’assistenza familiare con una badante, sia un unico riferimento per avere informazioni sui percorsi socio-assistenziali.
Le visite domiciliari effettuate tra il 1 marzo 2017 e il 13 gennaio 2018 nel
territorio aretino sono state 489, delle quali 115 appunto nella Zona Valdarno, dove il soggetto capofila è la cooperativa Giovani Valdarno. In provincia di Arezzo, i vari soggetti capofila del progetto hanno organizzato punti informativi e sportelli nel territorio.
“Pronto badante”, va ricordato, è dedicato a persone di almeno 65 anni di età, che siano residenti in Toscana e che si trovino per la prima volta in un momento di difficoltà, fragilità o disagio; che non abbiano già in atto un progetto di assistenza personalizzato con i servizi territoriali. Il progetto offre un numero verde (800 59 33 88, attivo da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19.30 ed il sabato dalle 8 alle 15) per segnalare il momento di difficoltà dell'anziano; alla chiamata segue una visita domiciliare entro 48 ore dalla segnalazione; e poi, uan volta rilevata la condizione effettiva di necessità, l'erogazione di un contributo di 300 euro, una tantum, per coprire fino a un massimo di 30 ore di lavoro occasionale regolare di un assistente familiare; il progetto offre anche la prima formazione direttamente a casa dell'anziano, per aiutare la famiglia e l'assistente nel periodo in cui viene attivato un primo rapporto di assistenza familiare.