27, Dicembre, 2024

Piccoli negozi di vicinato: numeri in calo. Confcommercio Arezzo lancia una campagna a sostegno

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Dall’indagine di Confcommercio sui dati camerali, dal 2009 al 2017 in provincia di Arezzo il commercio al dettaglio ha perso in totale 157 imprese. Una sessantina nei maggiori centri del Valdarno aretino. “Un calo ancora contenuto, intorno al -4%, ma preoccupante perché spalmato su quasi tutti i comuni”. Per questo Confcommercio ha lanciato “We love shopping sottocasa”

Una campagna di Confcommercio a sostegno dei piccoli negozi di vicinato, a fronte di numeri che dimostrano come il settore, in Valdarno aretino e in provincia di Arezzo, sia ancora in grandi sofferenze. Dall’indagine effettuata proprio da Confcommercio sui dati della Camera di Commercio di Arezzo, infatti, risulta che nell’arco di nove anni, dal 2009 al 2017, in provincia di Arezzo il commercio al dettaglio ha perduto in totale 157 imprese: erano 3.990 a fine 2009, sono diventate 3.833 al 31 dicembre 2017.

Una perdita complessiva ancora contenuta, intorno al -4%, ma che fa riflettere perché è spalmata su quasi tutti i comuni. Per quanto riguarda il Valdarno aretino, in percentuali la perdita maggiore si è registrata a Pergine, dove ci si attesta al -28% di negozi. Stando invece ai valori assoluti, la “maglia nera” di tutta la Provincia va a San Giovanni, che guida la classifica negativa con -19 attività commerciali, più di Arezzo (-17); seguono Montevarchi e Bucine con un saldo di -15, Loro Ciuffenna con -14, a ruota gli altri Comuni. Tra i comuni che nello stesso arco temporale registrano un saldo positivo tra negozi aperti e cessati ci sono invece Laterina e Castiglion Fibocchi con +1.
 
In generale, comunque, il bilancio è negativo per tutte le vallate della provincia di Arezzo. A soffrire di più per le chiusure è stato però proprio il Valdarno, dove sono scomparse ben 64 attività di vicinato.

“Il quadro è certamente critico – ha commentato la presidente di Confcommercio Toscana Anna Lapini – ma vogliamo guardare al futuro con quella fiducia e quell’ottimismo che sono nel dna degli imprenditori. Ai nostri concittadini, così come alle istituzioni locali, chiediamo però collaborazione. I negozi sono utili sotto tanti punti di vista: oltre a dare servizi, sono un punto di riferimento importante a livello sociale e fungono da presidio del territorio. Le nostre strade sono più sicure quando sono illuminate dalle vetrine dei negozi aperti. Non lasciamo che queste luci si spengano”.

E così Confcommercio Arezzo ha lanciato “We love shopping sottocasa”, campagna promozionale a sostegno dei negozi di vicinato. Semplicissima la grafica scelta per la campagna: un grande cuore rosso con l’immagine stilizzata di una città “ideale”, poi una serie di “hashtag” per sottolineare gli aspetti positivi del fare acquisti sotto casa: perché è facile, sicuro, vicino, social, conveniente, accogliente, sostenibile, a misura di famiglia, a sostegno del tuo territorio.

“Il nostro è un appello ai consumatori –  ha aggiunto Anna Lapini – se vogliamo salvare il piccolo commercio, quello che ha dato la fisionomia alle nostre città, dobbiamo tutti fare qualcosa. Dobbiamo mobilitarci per salvare le imprese, l’occupazione e la qualità di vita. Perché senza i servizi offerti dai negozi le città sono morte. In questo i consumatori hanno un ruolo importante perché acquistare è un atto politico: quando scelgo cosa comprare e dove comprarlo, io influisco sul futuro del mio territorio e sono responsabile di quello che accadrà fra uno, dieci o venti anni. Per questo, se non vogliamo che tante attività abbassino definitivamente le saracinesche, dobbiamo tornare a fare shopping anche nelle ‘botteghe’, come un tempo”.

“La rete distributiva tradizionale sta attraversando un periodo complesso – ha sottolineato la vicedirettrice della Confcommercio aretina Catiuscia Fei – i piccoli negozi sono in calo, soprattutto nei piccoli centri, i commercianti fanno fatica ad andare avanti, stretti come sono tra la crisi dei consumi interni, la competizione sempre più agguerrita di grande distribuzione e nuovi canali di vendita, la difficoltà di stare al passo con un mercato in costante cambiamento e una burocrazia farraginosa”.

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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