Nessun danno alle case grazie al lavoro dei pompieri e dei tanti volontari che sono intervenuti. Almeno due i fronti che hanno tenuto impegnate le squadre: il vento ha resto tutto più complicato, insieme all’orario notturno che non ha permesso agli elicotteri di aiutare dall’alto. Indagini in corso, ma anche in questo caso si pensa all’origine dolosa
È un bilancio pesantissimo, quello che si prova a tirare dopo la nottata di fiamme sopra la Setteponti, in località Casa Biondo, nel comune di Castelfranco Piandiscò. Le cifre, ancora da definire con certezza visto che l'incendio si è sviluppato proprio in orario notturno, parlano comunque di almeno 50 ettari di bosco, uliveti e campi in fumo.
Un disastro ambientale, pari a quello che nel pomeriggio aveva colpito a Dudda, fra i comuni di Figline e Incisa e di Greve in Chianti. Una giornata difficile per il Valdarno, sul fronte degli incendi: e ad aggravare la situazione c'è il fatto che in entrambi i casi, anche se saranno le indagini dei carabinieri forestali a dirlo con più precisione, si pensa all'origine dolosa delle fiamme.
A Casa Biondo il fronte è stato doppio. Quello più in alto si è esteso in fretta, aiutato dal vento, che ha reso tutto più difficile. Nella notte impossibile per gli elicotteri aiutare lo spegnimento dall'alto, e così tutto il lavoro è rimasto sulle spalle dei Vigili del fuoco, dei volontari, degli operai forestali.
Lungo l'elenco di chi ha lavorato per tutta la notte: i pompieri di Montevarchi sono stati affiancati da quelli di Figline, poi anche da Arezzo, Bibbiena e Firenze. A loro è spettato il compito di mettere in sicurezza le abitazioni di Casa Biondo, a lungo minacciate dall'avvicinarsi delle fiamme: grazie a questo lavoro non si sono registrati danni. In mezzo alle fiamme anche operatori del Gaib, della Croce Azzurra, della Racchetta, operai forestali dell'Unione dei comuni del Pratomagno. A coordinare le operazioni, la Sala Operativa Regionale.