07, Luglio, 2024

Pd a confronto su lavoro e digitale. Il Ministro Poletti: “Job Act positivo, lo dicono i numeri. Ora servono opportunità”

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Iniziativa del Pd nazionale a Figline: presente anche il presidente della Commissione Lavoro, Damiano: “Sul lavoro, necessari correttivi. Voucher limitati nell’uso, incentivi all’assunzione strutturali, prolungamento degli ammortizzatori sociali”. La sfida è nel digitale, ha sottolineato Elisa Simoni: “Compito della sinistra riformista è garantire giustizia sociale a fronte del cambiamento in corso”

La "rivoluzione digitale" è già in corso, nel mondo del lavoro. E per ora ha portato più disuguaglianze, favorendo solo alcuni comparti e alcune aziende, a discapito di altre, spesso delle piccole e medie imprese. Non solo: porta con sé anche una concreta possibilità di perdita di posti di lavoro, con le 'macchine' che si sostituiscono all'uomo; solo in parte, questi posti sono recuperati dalla nascita di professioni nuove e più creative. Anche per questo il tema della rivoluzione digitale non è solo economico, ma anche sociale e quindi politico. 

Sono i temi su cui oggi, a Figline, si è confrontato il Pd nazionale, nel corso di una giornata che ha visto sedersi al tavolo non solo politici, ma anche ricercatori, imprenditori e sindacalisti. "Perché il tema non è una materia tecnica – ha detto Elisa Simoni, parlamentare figlinese del Pd, organizzatrice dell'evento – ma deve coinvolgere esperti di tutte le discipline, insieme alla politica. La risposta che una sinistra riformista può e deve dare è di garantire una maggiore equità sociale, che non si può fornire semplicemente con il reddito di cittadinanza. Servono politiche in grado di indirizzare il cambiamento nel senso di una maggiore giustizia sociale". 

Difende il Job Act e parla della necessità di ampliare le opportunità, il Ministro del lavoro Giuliano Poletti. "Abbiamo bisogno di tirare fuori dai territori le occasioni, e allo stesso tempo dare fondamenta, con competenze e conoscenze adeguate, ad un mondo che cambia velocemente. L'innovazione modifica i contesti, e anche le politiche si devono adeguare ai nuovi tempi: questo Paese ha bisogno di promuovere opportunità, e meno di difendere le rendite". Nel merito del Job Act: "Nell'ultimo anno 299mila posti di lavoro in più, sono dati certificati. Aumentano i dipendenti e stabili, lo dice l'Istat. E aumentano anche gli investimenti di imprese straniere italiane: credo che la strada sia quella giusta".  
 

Sottolinea invece i punti dolenti, il presidente della Commissione lavoro, Cesare Damiano: "Il Job Act va nella direzione giusta se incentiva il lavoro stabile, ma deve diventare misura strutturale: altrimento è metadone di Stato. Il secondo difetto sta nella necessità di limitare i voucher, altrimenti una buona intenzione finisce per sommergere il lavoro regolare. Infine, c'è la questione della crisi, che non è finita. La ripresa è lenta, e allora sarebbe necessario allungare i tempi degli ammortizzatori sociali". 
 

 
Numerosi gli interventi nel corso della giornata, che hanno visto confrontarsi posizioni e visioni diverse: quelle degli imprenditori e quelle dei ricercatori universitari, quelle dei rappresentanti sindacali e quelle dei politici. Il tema del digitale ha mostrato i limiti di un'economia che, specialmente nelle periferie e tra le imprese di dimensioni minori, ha fatto fatica ad adeguarsi in fretta, anche a causa di carenze infrastrutturali evidenti, come è avvenuto ad esempio per la penetrazione della banda larga, in territori come il Valdarno; ma ha aperto anche opportunità nuove, in un mercato globale. Per Matteo Orfini, presidente del Pd, il confronto deve ripartire proprio dai territori. 
 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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