23, Novembre, 2024

Pane e olio, il Miur risponde a Gagnarli (M5S): “Misure adottate che non condividiamo, ma la competenza è dei comuni”

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La deputata del Movimento 5 Stelle aveva presentato un’interrogazione sul caso mensa di Montevarchi. Di fronte alla risposta del Ministero, commenta: “Occorre provare a concertare soluzioni migliori, per rafforzare il ruolo sociale ed educativo della ristorazione scolastica”

È arrivata giovedì 7 dicembre, la risposta del Ministero all'Istruzione all'interrogazione che era stata presentata dalla parlamentare M5S Chiara Gagnarli sull'ormai noto 'caso mensa' a Montevarchi, e sul metodo adottato dall'amministrazione comunale per contrastare le morosità, offrendo un pasto sostitutivo ai figli delle famiglie morose, a base di pane con l'olio. 

"Il MIUR – si legge nella risposta – ha seguito con la dovuta attenzione la vicenda, pur non avendo specifica competenza sulla questione in discorso. Il MIUR non ha condiviso la misura adottata dall'amministrazione comunale di Montevarchi in quanto la stessa si è ripercossa sulle alunne e sugli alunni. Per questo, l'Amministrazione si è fatta parte attiva non appena la notizia si è diffusa. La scuola indicata, dopo aver ricevuto dal Comune gli elenchi dei genitori che risultavano morosi, ha sollecitamente invitato chi fosse inadempiente a mettersi in regola o presentarsi in segreteria per esperire nuove forme di consumazione del pasto, sensibilizzando particolarmente i docenti a tenere un atteggiamento di attenzione verso i bambini che avrebbero consumato un pasto diverso". 

Il Miur ricorda che "alla data dello scorso 13 novembre risulta che la situazione si sarebbe risolta con l'80 per cento delle famiglie che hanno regolarizzato il pagamento, il 12 per cento che è stato preso in carico dai servizi sociali e il restante 8 per cento che ha fatto richiesta del pasto domestico". Ma il Ministero ribadisce che la competenza è proprio degli enti locali: "Certamente esiste un disagio legato alle tariffe applicate dagli Enti erogatori del servizio mensa, che – si ricorda – fa capo ai Comuni i quali provvedono all'appalto di servizi e decidono le tariffe da applicare, in completa autonomia, sebbene possano delegare l'attività alle scuole, con l'accordo di queste, trasferendo loro anche le necessarie risorse finanziarie".

"Le rette riferite alla mensa scolastica sono ripartite in base al reddito, seguendo il coefficiente ISEE. Ciò – si legge ancora nella risposta del Miur – consente ad ogni famiglia di pagare sulla base della propria possibilità economica. Il sistema va in crisi nel momento in cui si verificano defezioni nei pagamenti, sicché chi versa il dovuto si trova a dover colmare l'ammanco di coloro che non pagano e che non sempre coincidono con i soggetti delle fasce più deboli. Si ritiene comunque che vada salvaguardato un sistema in cui le mense scolastiche rappresentano un'opportunità di crescita sociale e culturale che la scuola pubblica deve in tutti i modi garantire. È di tutta evidenza che la mensa scolastica concorre all'educazione alla socialità; all'abbattimento delle differenze sociali;  a dare valore al cibo; alla tutela della salute".

"La normativa vigente rimette all'autonomia degli enti locali la gestione del servizio di mensa che, in quanto servizio a domanda individuale, non può, per sua stessa natura, costituire oggetto di una disciplina unica nazionale, dovendo, al contrario, essere organizzato e modulato secondo la reale necessità dei territori e in ragione della specificità del contesto socio-economico locale. Il MIUR, proprio in ragione del ruolo educativo che riconosce al momento della mensa e nell'esercizio del suo ruolo di coordinamento e supporto dei dirigenti scolastici, promuove e sostiene con la dovuta attenzione il confronto con tutte le parti coinvolte. In tal senso, continuo è l'impegno dell'articolazione territoriale del Ministero a risolvere in modo condiviso le emergenze, nonché a preservare e ristabilire, ove necessario, il corretto clima di fiducia tra le famiglie e la scuola".

"Concludendo – chiude la risposta del Ministero all'Istruzione – va detto che non può non riconoscersi che sul tema esistono delle criticità, per risolvere le quali sono in primo luogo gli enti locali a doversi attivare, salvaguardando necessariamente quel sistema di valori educativi e sociali che la mensa ha consentito in questi anni di sviluppare, ivi compresi quelli relativi ad una corretta ed equilibrata alimentazione".

Commentato la risposta ricevuta, la deputata pentastellata Gagnarli ha detto: “E’ quella che ci aspettavamo, in cui il Ministero critica la scelta della dirigente scolastica ma di fatto ascrive la responsabilità unica della gestione della ristorazione scolastica agli enti locali. Di fatto è così, ma credo che proprio per quanto ribadito dal Ministero, e cioè per l’importanza della ristorazione scolastica nell’educazione alla socialità, nell’abbattimento delle differenze sociali, nel dare valore al cibo e nella tutela della salute, lo Stato debba comunque avere un ruolo di garante di tali principi, pur nel rispetto dell’autonomia scolastica. Se il tema non può essere oggetto di una normativa nazionale, può essere inquadrato in linee guida da seguire alle quali tutte le scuole devono attenersi nella gestione della ristorazione”. 

“Fondamentale è anche la sensibilizzazione delle famiglie sul tema – aggiunge Gagnarli – far capire che il loro contributo è fondamentale per garantire ai ragazzi e alle ragazze un servizio efficiente e sano, da ogni punto di vista. Ed anche su questo credo che l’Istruzione possa intervenire. Per parte nostra stiamo provando nella legge di Bilancio, in discussione dalla prossima settimana, a far votare un emendamento che istituisce un piccolo fondo atto a garantire l’accesso alle mense scolastiche di ogni ordine e grado, al fine di evitare che casi come quello di Montevarchi si ripetano; il come elargire tale fondo spetterà poi al MIUR, che ci auguriamo abbia voglia davvero di mettere le mani in pasta su questo delicato aspetto della vita scolastica”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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