24, Novembre, 2024

Ospedale del Valdarno, Chiassai torna alla carica con la sua richiesta: “Sia riconosciuto presidio di primo livello”

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Il sindaco di Montevarchi ha avanzato di nuovo la richiesta all’assessore regionale Saccardi e in sede di Conferenza dei sindaci del Valdarno. “È indispensabile lottare per ottenere la deroga”, ribadisce

Non ha ancora accantonato la 'sua' battaglia, il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini: è quella per ottenere la deroga e la classificazione di primo livello per il Santa Maria alla Gruccia, l'ospedale del Valdarno. Richiesta che già lo scorso anno era stata al centro di una battaglia che non ha portato, però, ancora a nessun risultato. Oggi Chiassai ci riprova, riportando sul tavolo della Conferenza dei Sindaci la questione, dopo una nuova richiesta di un incontro avanzata anche all’Assessore regionale Saccardi. 

“Ritengo fondamentale, pur avendo già chiesto il coinvolgimento della Regione, trovare una condivisione in Conferenza dei Sindaci per impegnarci sull’ospedale del territorio, cominciando a evitare gli errori del passato. L’importante marcia indietro della Regione sulla zona di Arezzo, con l’impegno per una distretto sociosanitario autonomo rispetto all’accorpamento approvato con il Casentino e la Valtiberina, non può passare inosservata in considerazione delle istanze presentate anche dal nostro territorio".

Secondo Chiassai, anche per il Valdarno dovrebbe esserci una attenzione particolare della Regione. "L’area del Valdarno è una zona di confine, divisa tra due Asl differenti, che resta pericolosamente marginalizzata in un contesto di riorganizzazione del sistema sanitario regionale su area vasta, dove, come ho denunciato più volte, la coesistenza delle due strutture ospedaliere del Santa Maria alla Gruccia e del Serristori, non poteva rimanere estranea alla perimetrazione dei distretti. Purtroppo, la mancata volontà politica nella costituzione di un distretto sanitario unico ha rappresentato, di fatto, un impedimento al raggiungimento del bacino di utenza di oltre 150.000 abitanti, richiesto per legge, e quindi alla possibilità della classificazione del nostro Ospedale come presidio di 1 livello".

L'ospedale del Valdarno, oggi, è classificato per legge come “presidio ospedaliero di base”, con un bacino di utenza tra 80.000 e 150.000 abitanti. "Così – spiega Chiassai Martini – dovrebbe essere dotato solamente di Pronto Soccorso, con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale: Medicina Interna, Chirurgia Generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità h24, Radiologia, Laboratorio, Emoteca e letti di “Osservazione breve intensiva”. Ciò significa che le altre specialità “aggiuntive”, già presenti, che per la quasi totalità sono quelle di una struttura ospedaliera di 1 livello (salvo Otorinolaringoiatria e Oculistica che prestano attività e ricovero solo in “day surgery”) potrebbero essere messe in discussione non avendo il riconoscimento di legge".

Da queste premesse si muove la battaglia dle sindaco di Montevarchi. "Non a caso, avevo presentato al Consiglio Regionale della Toscana un emendamento alla proposta di legge di revisione degli ambiti socio-sanitari regionali, prevedendo che nelle zone distretto i cui comuni afferivano a due aziende asl diverse, si potessero attuare particolari deroghe. La tutela della sanità territoriale, considerando anche i 38.000 accessi all’anno al nostro Pronto Soccorso, passa inderogabilmente dalla salvaguardia di specialità, reparti e servizi già attivi all’Ospedale del Valdarno. E’ indispensabile lottare per ottenere la deroga, in virtù di una collocazione in una zona di confine e di specializzazioni adeguate che rappresentano un polo attrattivo per una popolazione situata tra Arezzo e Firenze. Mi auguro che questa richiesta possa avere il sostegno della Conferenza dei Sindaci e delle rappresentanze istituzionali in Regione e in Parlamento". 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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