04, Luglio, 2024

Scandalo dell’olio extravergine, indagini su sette grandi marchi. La rabbia dei produttori locali: “La qualità costa”

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La Procura di Torino indaga su sette grandi marchi, tra i quali anche Carapelli, azienda nata a Montevarchi ora con sede a Tavarnelle e di proprietà di un colosso spagnolo: avrebbero venduto come extravergine olio di qualità inferiore. A Reggello più volte il sindaco Benucci ha messo in guardia sui prodotti venduti a basso costo: “La qualità non si improvvisa”. I produttori locali: “Necessarie maggiori tutele”.

“La qualità non si svende”. Sintetizza così il sindaco di Reggello la situazione sul mercato dell’olio. Negli ultimi giorni è scoppiato un vero e proprio scandalo nazionale, con alcuni grandi marchi che – secondo quanto emerso dalle prime verifiche – avrebbero venduto come extravergine olio di qualità inferiore, diversamente da quanto dichiarato anche in etichetta.

La Procura di Torino sta infatti indagando su sette grandi marchi del settore: le aziende sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di frode in commercio. L’indagine tocca anche l’olio toscano ed in particolare Carapelli, azienda nata a fine Ottocento a Montevarchi che si è poi trasferita a Tavarnelle ed è adesso di proprietà del gruppo spagnolo Deoleo S.A.. Un colosso mondiale che possiede anche i marchi Bertolli – origini lucchesi – e Sasso, altri due marchi coinvolti nell’inchiesta.
 
Le notizie rimbalzate a livello nazionale hanno fatto molto rumore anche in Valdarno, ed in particolar modo a Reggello, paese che Eugenio Giani ha definito “la capitale italiana dell’Olio”.

"Giù le mani dall'extravergine": l'oro verde è infatti da sempre un affare di paese. Il sindaco Cristiano Benucci, sia durante la presentazione della Rassegna dedicata all'olio, che nella cerimonia inaugurale della manifestazione, ha puntato molto il dito contro la contraffazione e i prodotti venduti a basso costo. Critiche fondate alla luce dell’inchiesta torinese: “E’ evidente che qualcosa non funziona se viene venduto olio apparentemente di qualità a prezzo di svendita – sottolinea il primo cittadino – La qualità non si improvvisa ed ha un costo che non può essere 4 o 5 euro”.

Antonio Pasquini, storico produttore reggellese, in attesa di valutare notizie certe e non le indiscrezioni giornalistiche, chiede invece  “poche leggi nazionali ma chiare e da far rispettare”. Vede in ogni caso buoni spiragli per il futuro: “Negli ultimi tempi è cresciuta la sensibilità dei consumatori che ricercano prodotti di qualità, come l’olio di Reggello: un prodotto che ha ovviamente un mercato diverso dalla grande distribuzione”.  

I piccoli produttori locali ormai da anni chiedono maggiori tutele. L’assessore Giacomo Banchetti considera fondamentale prevedere un disciplinare per l'olio extra-vergine di oliva e maggiori tutele per i piccoli produttori che troppo spesso devono fare i conti con una "concorrenza sleale".

“E’ inutile meravigliarsi: quando un prodotto costa troppo poco c’è qualcosa che non va – è l’amaro commento di Silvia Tassi, presidente della Rete Solidarietà Contadina – Se i piccoli produttori vendono l’olio a 14 euro lo fanno perché produrlo costa tantissimo. E questo non solo a Reggello ma anche in Sicilia ed in Puglia. Una bottiglia d’olio non può costare tre euro. Per questo quando i consumatori trovano sugli scaffali della grande distribuzione bottiglie a prezzi bassi devono riflettere”.

Purtroppo – prosegue Silvia Tassi – questa situazione non riguarda solo l’olio ma tutti i prodotti alimentari di qualità, penso anche alla carne: la grande distribuzione ha rovinato il mercato e le etichette sono in larga parte una garanzia per i grandi marchi”.

La responsabile spiega che la Rete di Solidarietà Contadina ha anticipato i tempi: “Abbiamo già un disciplinare sull’olio extravergine, con un percorso di valorizzazione redatto insieme all’Università di Firenze, a cui devono attenersi i produttori che ne fanno parte. L’auspicio – conclude – è che aderiscano anche altre aziende del territorio”.

 

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