05, Novembre, 2024

“Mithra, un Dio orientale in Valdarno”: in mostra parte delle radici del territorio

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L’amministrazione comunale di Cavriglia, in collaborazione con la Sovrintendenza ed il Ministero ai Beni culturali, per la prima volta è riuscita a far conoscere la statua, ritrovata negli anni ’70, al pubblico. La mostra resterà aperta fino alla fine del 2017

È stata inaugurata nella mattina, nell'Auditorium del Museo Mine di Castelnuovo dei Sabbioni, la mostra "Mithra, un Dio orientale in Valdarno". L'esposizione, allestita grazie all'amministrazione comunale di Cavriglia in collaborazione con la Sovrintendenza e il Ministero ai beni culturali e curata dalle archeologhe Stefania Berutti e Silvia Nencetti di C A M N E S, il Centro Internazionale di Ricerca, formazione e tutela per l'Archeologia del Mediterraneo e del vicino oriente, codiretto da Stefano Valentini, rimarrà aperta fino al 31 dicembre 2017.

Il sindaco Leonardo Degl'Innocenti o Sanni

 

La mostra è incentrata sulla statua della Tauromachia, il dio Mitra che uccide il toro, risalente al primo  – secondo secolo dopo Cristo, rinvenuta a metà degli anni '70 dietro la Pieve di Cavriglia alta. L'opera rappresenta la storia romana di Cavriglia, ma anche di tutto il Valdarno. Il vicesindaco Filippo Boni che in prima persona ha lavorato molto per raggiungere l'obiettivo di avere a Castelnuovo dei Sabbioni la statua si è rivolto in maniera particolare agli studenti presenti perchè non trascurino mai e anzi difendano sempre le proprie radici, la storia e la cultura del territorio in cui abitano.

"Questa statua sta a significare un concetto importante: il dio Mitra venerato soprattutto dalle milizie, originario del medioriente, indica che in quella zona esisteva un nucleo urbano abitato, forse una villa romana, o più di una, e che nell'ipogeo, in una costruzione sotterranea, si venerava questa divinità. Gli scavi di Alvaro Tracchi degli anni sessanta nella zona in oggetto, i cui disegni saranno esposti nella mostra, vanno proprio in questa direzione. Siamo orgogliosi di poter svelare alla comunità di Cavriglia e del Valdarno una storia perduta e dimenticata che ci permette di affrontare con sguardo più consapevole il nostro passato". 

 

Durante l'inaugurazione sono state spese parole lusinghiere per tutti coloro che hanno permesso il ritorno della statua nel territorio di Cavriglia e soprattutto per coloro che nei prima annni '70 l'hanno trovata. Mauro Ferrucci e Gianni Grotti all'epoca erano ragazzi e scavando alla ricerca di piccoli ciottoli hanno scoperto l'opera alla quale mancava la parte superiore. Hanno subito capito che si trattava di un ritrovamento importante e, dopo averla pulita, l'hanno portata dai carabinieri che a loro volta hanno informato subito la Sovrintendenza.

Non hanno pensato, nonostante la giovane età, a tenere la statua ma l'hanno ritenuta un bene comune, patrimonio di tutti e per questo l'hanno consegnata ai carabinieri. Il loro sogno era che venisse esposta per farla conoscere a tutti e così adesso è stato.

 

Nel corso degli ultimi quarant'anni la statua che raffigura il Dio Mitra nell'atto di uccidere il toro è stata depositata e conservata nei magazzini del Museo Archeologico di Arezzo, ma purtroppo mai esposta al pubblico. L'amministrazione comunale di Cavriglia, in collaborazione con la Sovrintendenza ed il Ministero ai Beni culturali, per la prima volta è riuscita a esporla nell'Auditorium del Museo Mine di Castelnuovo dei Sabbioni fino alla fine del 2017 in modo da diffondere la storia del Dio, del suo ritrovamento e delle origini romane di Cavriglia e del Valdarno.

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