Inaugurata nello scorso mese di maggio nell’Auditorium del Museo Mine, l’esposizione ha dato la possibilità ai cavrigliesi di ammirare il gruppo scultoreo rinvenuto anni fa da Gianni Grotti e Mauro Ferrucci
Dopo sette mesi dall'inaugurazione, avvenuta nel mese di maggio, chiude la mostra “Mithra, un dio orientale in Valdarno”, tenutasi nell'auditorium del Museo MIne a Castelnuovo dei Sabbioni. Grazie all'interesse suscitato il gruppo scultoreo rinvenuto anni fa da Gianni Grotti e Mauro Ferrucci sarà esposto anche al Museo Archeologico di Arezzo.
L'opera fu ritrovata a Cavriglia nei pressi della Pieve di San Giovanni nel 1974. Gianni Grotti e Mauro Ferrucci, videro emergere da un mucchio di terra nei pressi di un cantiere un sasso bianco, troppo bianco per essere una pietra naturale. Il padre di uno di loro, stupito per la clamorosa scoperta, allertò i carabinieri, che si occuparono di far trasportare il pezzo presso il Museo Archeologico di Arezzo per effettuare studi ed analisi approfondite. Da allora l'opera non era più tornata a Cavriglia, fino allo scorso mese di maggio quando si è aperta la mostra promossa dall'Amministrazione Comunale in sinergia con CAMNES, la Sovrintendenza ed il Ministero ai Beni culturali.
"L'esposizione nei suoi 7 mesi di apertura ha suscitato grande interesse richiamando nell'antico borgo di Castelnuovo appassionati e curiosi. Un grande lavoro è stato portato avanti anche nella didattica con la mostra che è stata visitata da tutti gli studenti dell'Istituto Comprensivo “Dante Alighieri” e da altre classi dei vari istituti valdarnesi. Da segnalare anche la promozione di vari eventi collaterali, tra i quali ricordiamo il recente convegno scientifico dello scorso 16 dicembre, che hanno saputo ulteriormente approfondire la storia e le origini del culto del Mithra".
La Sovrintendenza, adesso, ha deciso di esporre il “Mithra”, a differenza di quanto accaduto in passato, fin dai prossimi giorni anche nel Museo Archeologico di Arezzo dove la statua ha appena fatto ritorno. "Una decisione che rappresenta senz'altro un attestato di stima nei confronti dello sforzo organizzativo che ha permesso di promuovere a Cavriglia un evento di grande rilievo culturale, curato dalle archeologhe Stefania Berutti e Silvia Nencetti di Camnes (il Centro Internazionale di Ricerca, formazione e tutela per l'Archeologia del Mediterraneo e del vicino oriente) codiretto dal cavrigliese Stefano Valentini".