18, Luglio, 2024

Medicina d’iniziativa: incoraggianti i dati sui pazienti. La maniera migliore per prevenire

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Il modulo di Medicina d’iniziativa è stato aperto nell’agosto 2013. 1.700 i pazienti. Registrati la diminuzione dei ricoveri, degli accessi al pronto soccorso e delle visite specialistiche

Lo scopo è quello di programmare accertamenti e controlli per le malattie croniche prevenendo così interventi, ricoveri o accessi al pronto soccorso. Il modulo della Medicina d'iniziativa, aperto nel 2013 all'interno del distretto socio sanitario di via IV novembre a San Giovanni, non solo ha registrato il consenso dei cittadini ma anche risultati importanti.

“Si tratta di un servizio che interessa un po' tutto il territorio visto che mancano solo tre comuni per arrivare ad avere una copertura completa e i numeri per quello che riguarda San Giovanni – dice il sindaco Maurizio Viligiardi – sono molto significativi perché una parte della popolazione viene controllata in maniera sistematica dai medici di medicina generale e seguita per le quattro patologie croniche più importanti e questo qualifica gli interventi sul territorio da parte del sistema sanitario, aumentando la qualità della vita dei cittadini”

A San Giovanni sono stati 1.700 i pazienti: 1013 diabetici, 118 affetti da scompenso cardiaco, 214 alle prese con la broncopatia cronica, 162 con postumi di ischemia o ictus. Alto il gradimento dei pazienti, basso l'indice di abbandono e tutti i cittadini sono seguiti in maniera adeguata secondo delle linee guida. Grazie alla medicina d'iniziativa si è avuta una diminuzione dei ricoveri, degli accessi al pronto soccorso e delle visite specialistiche, mentre si è registrato un lieve aumento per la diagnostica.

“Molto importante da sottolineare il lavoro fatto di medici di medicina generale dall'agosto del 2013 ad oggi – dice il dottor Corrado Basetti – su quattro patologie croniche come diabete, scompenso cardiaco, broncopatie ed ischemia. Fra maggio e aprile si avranno dati più aggiornati sulle adesioni e partirà un progetto, elaborato all'Università di Stanford, che prevede l'organizzazione di sei seminari su alimentazione e stili di vita sana ai quali prenderanno parte una quindicina di pazienti che saranno intervistati periodicamente – termina Basetti – per valutare lo stile di vita e come esso incida sulla salute, in chiave anche preventiva”.

 

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