25, Dicembre, 2024

Medaglie d’onore agli ex deportati, consegnate anche alla memoria dei fratelli Renzi, nativi di Reggello

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Consegnate oggi in Prefettura le decorazioni del Presidente della Repubblica alla memoria di nove ex internati nei campi di prigionia nazisti. I due fratelli reggellesi al campo di concentramento non arrivarono mai: rimasero dispersi nel naufragio del piroscafo Oria che li portava in Germania

Ci sono anche i nomi dei due fratelli Dario e Dino Renzi, nativi di Reggello, tra i nove decorati questa mattina alla memoria in Prefettura a Firenze, con la consegna della Medaglia d'onore agli ex deportati che viene conferita dal Presidente della Repubblica, in occasione del Giorno della Memoria, ai cittadini italiani, militari e civili, internati nei campi nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra durante il secondo conflitto mondiale.

La storia dei fratelli Renzi fu in realtà diversa: al campo di concentramento, infatti, non arrivarono mai. I due fratelli reggellesi, soldati, furono fatti prigionieri l'8 settembre 1943 e rimasero dispersi, insieme ad altri 4200 militari, nel naufragio del piroscafo Oria che li stava portando in Germania, che affondò durante una tempesta presso Capo Sunio, in Grecia. 

Insieme a Dario e Dino Renzi, la Medaglia è stata assegnata anche alla memoria di Danilo Giudici (deportato in Germania dall'8/9/1943 al 13/9/1945), Gastone Salvadori (internato a Sandbostel dall'8/9/1943 al 1/5/1945) Dorino Monciatti (internato nel lager di Dortmund dal 27/9/1943 all'8/9/1945), Ermenegildo Polverini (deportato a Dusseldorf dall'7/9/1943 al 1/5/1945) Antonio Cavallo (deportato a Wolsfberg dal 7/10/1943 al 1/8/1945), Ermanno Falciani (internato nel lager di Wietzendorf dal 1/7/1944 al 1/9/1945), Giulio Prunai (richiuso nel campo di Deblin dal 9/9/1943 al 1/3/1944), tutti residenti nella provincia di Firenze. 

"Questa medaglia rappresenta il sacrificio di tanti nostri connazionali che hanno fatto scelte precise di libertà e di opposizione a regimi antidemocratici – ha sottolineato il prefetto Giuffrida nel suo intervento di saluto – ciascuno di noi deve tantissimo ai signori che oggi onoriamo. È passato tanto tempo da allora, ma non è mai troppo tardi per ricordare le loro storie che dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi. In questo modo difendiamo le generazioni più giovani dalle insidie che potrebbero ancora svilupparsi". 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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