20, Novembre, 2024

Manager stranieri nei Grandi Musei, l’opinione del Direttore del Cassero, Panzetta: “Così si mortificano le capacità italiane”

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Alla guida del museo montevarchino fin dalla sua apertura, Alfonso Panzetta commenta così le nomine che hanno fatto discutere tanto in questi giorni: “La vera novità è che venti musei italiani hanno un modello gestionale autonomo. Perché non lasciare a chi c’era la possibilità di provare?”

Un terremoto che ha scosso il mondo dell'arte, quello delle nomine del Ministero per i Beni Artistici e Culturali alla guida di venti Grandi Musei italiani. A dire la verità, non soltanto il mondo dell'arte: perché su quelle nomine, che contemplano anche sette stranieri, si sono espressi nelle ultime ore tutti, anche coloro che di solito non si occupano di arte, o che frequentano poco i musei. 

Una piccola rivoluzione che ha indignato molti, ma che ha trovato invece d'accordo altri. La polemica esplode (soprattutto sui social network) ieri, quando il Mibact divulga la lista dei nuovi responsabili delle strutture: ella lista dei 20 nominati 7 sono stranieri. Italiani gli altri 13, quattro dei quali tornano dopo prestigiose esperienze all'estero. Dieci le donne. Agli Uffizi di Firenze arriva il tedesco Eike Schmidt.

Noi abbiamo chiesto l'opinione al professor Alfonso Panzetta, che un museo lo dirige da anni, proprio in Valdarno: è il Cassero di Montevarchi, punta di diamante a livello nazionale per la scultura italiana di '800 e '900. "Partirei sottolineando che questa è la prima volta che alla guida del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo c'è un politico vero, e personalmente mi chiedo chi siano i suoi consiglieri, dietro a decisioni così forti che diventano un vero e proprio terremoto per il mondo dell'arte". 

"La vera novità, in questo percorso di riforma del sistema museale, consiste però nel fatto che per la prima volta 20 musei statali in Italia ottengono autonomia gestionale e economica. Non era mai accaduto prima, è un modello del tutto innovativo, e dal mio punto di vista apre scenari e possibilità importanti per un mondo che fa sempre fatica ad andare avanti". Un modello di questo genere, infatti, permette anche la raccolta di fondi ad esempio tramite sponsor, cosa impossibile oggi per i musei pubblici. 

"Allora mi chiedo: perché nell'introdurre un modello nuovo come questo non si sono tenuti i professionisti che c'erano? Perché non si è provato a mantenere i direttori in carica affidando loro il nuovo modello gestionale? Io credo che l'errore sia stato sostanzialmente questo, quello di buttare via il bambino con l'acqua sporca. Finendo per mortificare le proprie truppe, per così dire". 

Perché secondo Panzetta, in Italia ci sono capacità e professionalità di altissimo livello, senza bisogno di cercare altrove. "La qualità professionale degli italiani che lavorano in questo ambiente è riconoscita a livello internazionale. Ci sono italiani alla guida di importantissimi musei di tutto il mondo. Lo stesso Natali è stato un grande professionista alla guida degli Uffizi. E allora, cosa si voleva dimostrare prendendo invece sette stranieri?". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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