Il Centro Funzionale Regionale di monitoraggio meteo ha emesso un codice giallo per pioggia per l’intera giornata di sabato, particolarmente sul Pratomagno. Ma la Coldiretti Toscana avverte: “Il 2015 è stato più caldo degli ultimi dieci anni, il rischio siccità è concreto e queste piogge potrebbero non bastare”
Codice giallo per la pioggia, nella giornata di sabato: e per il Valdarno sarà interessato in particolare il versante del Pratomagno. Il Centro Funzionale Regionale di monitoraggio meteo ha emesso infatti un codice giallo per pioggia a partire dalla mezzanotte di venerdì, e fino alla mezzanotte di sabato. Le aree della Toscana interessate sono quelle a nord. Precipitazioni sparse sulle zone centrali della regione, che secondo le previsioni saranno più frequenti sui rilievi del Pratomagno e del Casentino.
Ma queste precipitazioni di inizio anno potrebbero non essere sufficienti per compensare il lungo periodo di siccità con cui si è chiuso il 2015. E infatti in queste ore Coldiretti Toscana ha lanciato un grido d'allarme. "Gli agricoltori temono il calo ripido delle temperature: gennaio e febbraio saranno i mesi più freddi. Il rischio sono le gelate, ma anche il livello di invasi e torrenti molto bassi. La neve e la pioggia cadute in questi giorni sono una manna contro la siccità perché rigenerano la riserva idrica necessaria per la crescita delle piante ma anche per la vita delle persone. Ma potrebbero non bastare".
Coldiretti Toscana, sulla base dei dati di Ucea, analizza l’arrivo dell’ondata di maltempo. Le scarse piogge del mese di novembre (-76,7%) dicembre (-88,2%) avevano fatto temere il peggio per gli agricoltori che ora possono tirare un primo sospiro di sollievo. La mancanza di precipitazioni è stata una conseguenza anche dei pesanti effetti sulla qualità dell’aria. "Queste piogge – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – e soprattutto la neve rimettono la stagione sul binario giusto dopo un autunno decisamente anomalo con temperature fuori dalla norma ma non ci allontanano ancora dagli effetti della siccità".
"Ha piovuto ancora molto poco rispetto a quello di cui il terreno ha bisogno in questa fase. Il livello di laghi e torrenti è molto basso: neve e pioggia di questi mesi servono a rifornire gli invasi dell’acqua di cui avremo bisogno durante l’estate". Il 2015 è stato l’anno più caldo degli ultimi dieci anni con temperature minime medie che hanno sfiorato i 10 gradi, 1,7 gradi in più rispetto alla media climatica così come le massime che hanno toccato i 18,7 gradi, 1,1 gradi in più.
"Un immediato effetto è stato il “risveglio” fuori programma di alcune colture, come quello degli alberi da frutto: il caldo ha disorientato il ciclo vegetativo e provocato fioriture anche anticipate, visibili anche in Valdarno. A preoccupare ora gli agricoltori è il brusco abbassamento delle temperature nel mese di gennaio e febbraio, i due mesi più freddi dell’anno, che avrebbe un effetto devastante sulle colture invernali, soprattutto a campo aperto. Il rischio gelate è, in questo periodo dell’anno, sempre molto presente. Per non creare problemi – fa sapere Coldiretti – la colonnina di mercurio deve scendere lentamente senza restare a lungo sotto zero mentre le precipitazioni non essere violente per poter essere meglio assorbite dal terreno".