Polveri sottili, biossido di azoto e ozono: in base ai dati rilevati da Arpat, Legambiente traccia un bilancio della situazione in Toscana. “Dati preoccupanti si evidenziano anche nel Valdarno”, anche se nel rapporto non si tiene conto della nuova centralina di Figline
C'è anche il Valdarno fra le zone 'segnalate' da Legambiente Toscana presentando il dossier "Mal'aria di città", che monitora la situazione dell'inquinamento atmosferico. Viene elencato fra quelli in cui i risultati dei monitoraggi di Arpat sono "preoccupanti" per il numero di sforamenti: ma Legambiente tiene come riferimento, ancora, la centralina di Arezzo Repubblica, l'unica ad aver lavorato per tutto il 2016, registrando nell'arco dell'anno 27 sforamenti dei limiti di Pm10.
La situazione in realtà è ancora più chiara se si esaminano i dati della centralina di Figline che però (e forse per questo Legambiente non l'ha inserita nel suo rapporto) è entrata in funzione soltanto a marzo 2016, e dunque non ha coperto l'intero arco dell'anno. Ebbene, in nove mesi ha registrato 27 sforamenti complessivi, di cui 25 solo nel mese di dicembre. E dall'inizio del 2017 ce ne sono già altri 13 conteggiati, tutti a gennaio: vento e pioggia hanno poi provveduto a spazzare via le alte concentrazioni di polveri sottili nell'aria.
Più in generale, in Toscana, dal rapporto di Legambiente emerge un bilancio annuale mediocre per la Toscana, anche se ci sono stati dei miglioramenti. “È un quadro di luci e ombre quello che emerge quest’anno – ha commentato Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – certamente dobbiamo incassare il trend positivo registrato, come motivo di moderata soddisfazione, ma al tempo stesso dobbiamo pretendere sempre di più dai Piani di Azione Comunali e dalla regia regionale, perché continuano ad evidenziarsi criticità molto acute nella Piana Lucchese, nell’hinterland di Prato e in alcune stazioni di traffico fiorentine”.
A far scattare l’emergenza smog durante i mesi invernali sono sempre le polveri fini, ovvero Pm10 e il Pm2,5, considerati tra gli inquinanti di maggior impatto sulla salute delle persone, per via della loro “capacità” di essere facilmente inalati dall’apparato respiratorio e per le alte concentrazioni che si registrano specialmente in ambiente urbano. Secondo la classifica di Legambiente, tra i capoluoghi di provincia monitorati prendendo come riferimento la centralina peggiore, nessuna città toscana ha superato il limite di 35 superamenti previsto dalla legge, ma restano comunque alti i livelli di Pm10 nell'aria.