Avrebbero dovuto essere conclusi entro il 2021, in Toscana, gli interventi per mettere a norma gli scarichi fognari: oggi, però, il Comitato Acqua Bene Comune Valdarno interviene sottolineando come una ulteriore proroga da parte della Regione Toscana costituisce “un nuovo bomba libera tutti”. Una questione che vede coinvolto anche il Valdarno per quanto riguarda i lavori al collettore di Castelfranco (oggi il cantiere è in corso) e il territorio di Reggello.
“Nell’anno 2016 – si legge in una nota – in Regione Toscana venne approvata la legge N. 5 “Disposizioni straordinarie per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane” con cui venivano autorizzati tutti gli scarichi fognari fuori norma di legge dei gestori del servizio idrico toscano. Le Autorità competenti, in questi anni, hanno continuato a ripetere il mantra che le perdite idriche restavano elevate in quanto si erano privilegiati gli investimenti sulla depurazione dei reflui fognari. Oggi invece abbiamo la dimostrazione che questa legge ha avuto solo la funzione di sanare i mancati investimenti relativi alla depurazione e al collettamento ai depuratori degli scarichi in fogna. La proroga concessa per la messa a norma degli scarichi pubblici, anche a seguito alle procedure di infrazione della Comunità Europea, era di 6 anni, e proprio nel 2021 gli interventi dovevano essere conclusi. A distanza di 6 anni invece siamo punto e a capo: la legge sugli scarichi sarà nuovamente prorogata, come pure quella sulla tutela delle acque dall’inquinamento, e invece di tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini si tutelano gli interessi dei responsabili di una gestione nefasta”.
“La proroga – sottolinea il Comitato – riguarda anche alcuni comuni del nostro Valdarno: Castelfranco, dove i cittadini sono stati chiamati a pagare, retroattivamente dal 2009, il progetto di depurazione non ancora in funzione; progetto che solo nel 2022 sembra possa vedere la fine dei lavori. E Reggello, dove ancora non tutta la rete fognaria viene collettata al depuratore di Figline. Vogliamo ricordare che dal 2016 al 2019, quindi in solo 4 anni, i gestori toscani hanno incassato ben 328 milioni di utili, ma si sono guardati bene dall’effettuare gli investimenti previsti sia nella rete idrica che nella depurazione. Nella attuale modifica si dichiara che la proroga non deve causare un deterioramento delle acque del corpo idrico, ma niente si dice in merito a chi, come, quando e con quali risorse saranno effettuati i controlli. Chi ha la responsabilità del controllo degli interventi previsti? La legge regionale 69/2011 attribuisce questa funzione all’Autorità Idrica, peccato che nelle che relazioni annuali del Direttore dell’AIT non riusciamo a trovare nessuna informazione su quanti progetti di depurazione e collettamento delle fognature siano ancora da completare. E’ davvero sconcertante che non vi sia alcuna documentazione specifica sugli interventi oggetto di proroga, soprattutto per quelli in infrazione per la Comunità Europea, e che non siano state rese note le motivazioni tecniche per le quali i lavori di messa a norma non sono stati effettuati nei tempi previsti”.
“Una chiara mancanza di trasparenza e di corretta informazione – conclude il Comitato Acqua Bene Comune Valdarno – per non dire dell’atteggiamento di alcuni Comuni, soci delle aziende idriche, che sulla questione, come su tutto il resto, tacciono. Sta di fatto che in passato abbiamo pagato la quota depurazione anche se non dovuta, che si è fatto di tutto per non restituirla agli utenti, e che adesso i cittadini dovranno pure pagare le multe disposte dall’Europa per i mancati adeguamenti. Beffati ben tre volte! I gestori saranno nuovamente autorizzati a perpetrare la pratica degli scarichi, anche molto inquinanti, in fiumi, laghi, mare: questa è la transizione ecologica della Toscana”.