23, Maggio, 2024

L’Election Day vissuto a New York, il racconto del nostro art director

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Francesco Zorzi, Art Director di Valdarnopost, si trova in questi giorni a New York per suo aggiornamento professionale e ha trascorso a Times Square buona parte della lunga notte elettorale. Con una illustrazione ha raccontato le sensazioni del day after

Si trova a New York per lavoro, il valdarnese Francesco Zorzi. Illustratore e visual designer, Art Director di Alias2k e Valdarnopost, ha vissuto le concitate ore delle elezioni americane negli Stati Uniti. 

Ad urne ancora chiuse, per esorcizzare la tensione, Francesco Zorzi ha disegnato l’illustrazione che vedete sopra, l’ha pubblicata sui suoi profili social ed è stata subito condivisa da molti suoi contatti: con pochi colori e tratti decisi Francesco ha saputo riassumere le paure e i dubbi dei tanti che aspettavano i risultati e che si sono risvegliati con Trump Presidente.

“Non ho aspettato l’ufficialità, me ne sono andato via prima da Times Square, quando comunque era già chiaro chi sarebbe stato il nuovo Presidente degli Stati Uniti e anche i più convinti sostenitori della Clinton avevano perso ogni speranza”. Erano le 6 della mattina in Italia, la mezzanotte a New York, quando Francesco ha lasciato Times Square. I seggi in Florida e Virginia, due degli stati chiave conquistati da Trump erano già chiusi, così come in Georgia, South Carolina, Indiana e Kentucky e Vermont. Tutti stati favorevoli a Trump, ad eccezione del Vermont che però ha solo 3 grandi elettori. “Via via che arrivavano i risultati il clima diventava sempre più caldo, la maggioranza dei presenti sosteneva la Clinton ma ci sono stati molti boati di chi era lì e inneggiava a Trump: l’andamento delle lezioni è stato subito abbastanza chiaro".

 

Nello stato di New York che ha 29 grandi elettori come la Florida, la Clinton ha avuto il 58,7% dei voti, una percentuale comunque al di sotto delle aspettative. “Tutti i miei contatti davano per difficile ma comunque scontata la vittoria della Clinton, le persone che ho incontrato ieri e stamani sono incredule” racconta Francesco.

Questa mattina New York è grigia e piovigginosa, all’apertura di Wall Street sia i mercati che le persone sembrano aver già assimilato lo shock, ma l’atmosfera è strana. “Per le strade non si parla d’altro, è logico, e c’è anche molta rabbia. Qualcuno dichiara di aver tolto dai propri contatti social quelli pro Trump dopo litigi per commenti razzisti o populisti. Per molti le posizioni ultra conservatrici di Trump sono inconcepibili, così come le politiche protezionistiche in campo economico stridono con la vocazione cosmopolita di New York, che però è un’altra cosa rispetto al resto dell’America”. 

Il primo discorso di Trump è stato molto pacato e subito volto a ricompattare gli Stati Uniti. Pare quindi a tutti evidente che stemperare la tensione sia importante, già nei giorni scorsi era alta l’allerta amche per possibili attentati in concomitanza con l’Election Day e questo risultato per molti sorprendente sembra alimentare il clima di incertezza. 

“Tra poco ho appuntamento al World Trade Center e stamani mi sento a disagio. Percorro le stesse strade, frequento gli stessi luoghi ma la sensazione di oggi è diversa, tensione, shock e incredulità si percepiscono ovunque. Ho letto una dichiarazione di Obama, dopo ogni notte sorge di nuovo il sole, e vedo i primi segnali di reazione; una art director del New York Times ha appena lanciato un appello a tutti i suoi contatti illustratori invitando a disegnare due cose per un suo progetto speciale: un mostro che rappresenti la tua più grande paura adesso, e un simbolo per sconfiggere quella paura, e questa sarà la prossima cosa che farò".

 

Intanto si organizzano già le prime manifestazioni di dissenso, una marcia a Union Square, un evento a Columbus Circle, vicino a Central Park. Manhattan si prepara a una serata di contestazioni. 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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