23, Dicembre, 2024

La comunità di Pian di Scò si prepara ad accogliere i migranti, in arrivo sei ragazzi in un appartamento messo a disposizione da un privato

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Riunione informativa con i cittadini, a Pian di Scò, per spiegare il meccanismo dell’accoglienza ai migranti gestito dal Raggruppamento di Imprese “100fiori”, che se ne occupa in tutta la provincia di Arezzo. I ragazzi ospiti impareranno l’italiano e potranno lavorare gratuitamente per il comune di Castelfranco Piandiscò

Saranno in sei, tutti giovani ragazzi, i migranti che a giorni arriveranno a Pian di Scò. Parte anche qui, dunque, l'esperienza dell'accoglienza ai richiedenti asilo, gestita dal Raggruppamento di imprese aretine "100fiori" sul modello della cosiddetta 'accoglienza diffusa', che prevede il collocamento di piccoli gruppi di migranti inseriti in mezzo a comunità che vengono coinvolte nel processo di integrazione. 

Per presentare ai cittadini il progetto, l'amministrazione ha organizzato un incontro pubblico: presenti il sindaco Cacioli, gli assessori Borgheresi e Franchi, e il presidente della Cooperativa BetaDue (che aderisce a uno dei consorzi compresi in "100fiori"), Gabriele Mecheri. "Un sentito ringraziamento – ha detto il sindaco – va ai cittadini che hanno aperto le loro porte, mettendo a disposizione l'appartamento e dandoci così la possibilità di dimostrare quanto la comunità si aperta e accogliente". 

Il comune non aveva infatti disponibilità proprie, ma ha fatto da tramite affinché l'esperienza si potesse realizzare. "Lo abbiamo fatto con grande convinzione – ha aggiunto l'assessore al sociale Borgheresi – perché i ragazzi che ospiteremo sono persone private dei loro diritti. E l'articolo 10 della nostra Costituzione sancisce il diritto di asilo, per loro". "D'altronde – ha aggiunto il vicesindaco Sandra Franchi – nascere dalla parte 'sfortunata' del mondo non è una colpa: per questo mi auguro che l'intera comunità abbia nei loro confronti comportamenti rispettosi e cordiali, che sono certa rappresentano il comune sentire". 

Grazie a protocolli già stipulati, i migranti accolti a Pian di Scò potranno svolgere, su base volontaria, attività per conto del comune: pulitura di giardini e parchi pubblici, semplici manutenzioni, spazzamento delle strade. Dal momento del loro arrivo, poi, partirà l'intero iter dell'accoglienza curato invece dalla "100fiori", che in tutta la provincia di Arezzo, avendo vinto un bando pubblico, gestisce circa duecento migranti distribuiti, ad oggi, su 28 appartamenti. 

L'inserimento e l'integrazione dei richiedenti asilo non passa solo attraverso l'accoglienza di base, fatta di vestiti, cibo, un tetto sotto cui dormire e l'assistenza sanitaria e legale. Si lavora anche dal punto di vista sociale. "Partiamo dai corsi di lingua italiana, prima barriera da superare per garantire l'integrazione – ha spiegato Gabriele Mecheri – poi cerchiamo di coinvolgere la comunità locale: semplici cittadini, associazioni e così via. Altre esperienze ci hanno insegnato come la conoscenza reciproca è il miglior modo per superare paure e diffidenze, anche reciproche. E quando l'accoglienza è gestita in modo diffuso, con piccoli gruppi collocati all'interno dei paesi, si creano legami importanti con il territorio". Già nel corso della riunione alcuni cittadini hanno espresso il desiderio di dare una mano, se necessario. 

Dal punto di vista economico, Mecheri ha ricordato che l'intero progetto di accoglienza (in Valdarno come in tutta Italia) si finanzia su fondi della Comunità Europea: la "100fiori", in questo caso, percepisce 34,95 euro al giorno per ciascun migrante che ha in carico, cifra che deve servire a coprire tutto. Si parte dall'affitto dei locali e il pagamento delle bollette delle utenze, passando per il vestiario, gli alimenti, l'assistenza psicologica se necessaria, i corsi di lingua, l'accompagnamento alle visite sanitarie o per le procedure burocratiche, l'affiancamento in tutto l'iter del riconoscimento (che dura circa un anno). Una parte di quei soldi, pari a 2,50 euro al giorno (circa 75 euro al mese), vengono invece assegnati direttamente al migrante per le proprie necessità extra. 
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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