18, Dicembre, 2024

La comicità irriverente di Giovanni Veronesi conquista il pubblico del Moby Dick Festival

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Il regista e sceneggiatore toscano ha raccontato le sue esperienze con il cinema in maniera divertente, ironica e graffiante. Alla fine l’artista lascia un messaggio: “Il futuro dell’Italia sono i nostri giovani e ne dobbiamo tenere conto”

La seconda serata del Moby Dick festival sommerge di risate la tensostruttura di piazza della Repubblica: il motore da cui scaturivano è Giovanni Veronesi, regista e sceneggiatore toscano che grazie al suo umorismo e pungente sarcasmo ha raccontato con originalità episodi riguardanti la sua vita nel cinema e dell'Italia in generale. Ad ascoltarlo, una platea affollata e attenta. 

"La mia carriera è fatta al 50% di talento e al 50% di fortuna – esordisce Veronesi – e di quest'ultima non ne sono stato neppure artefice. Ciò che ho potuto assistere, in tutti questi anni, sono state soprattutto le fragilità e le frustrazioni degli attori di cinema, che per un regista sono come per un contadino avere un terreno fertile a differenza di uno arido. Ecco, io non so cosa farei agli attori incapaci, li detesto."

"La responsabilità di un regista sta nell'inquadrare una porzione di mondo escludendo tutto il resto – continua Veronesi – è una scelta che ho sempre trovato molto ardua, come artista: buono, mediocre, non importa il giudizio che mi affibbiano, ma ciò che rimarrà dei miei film nelle persone. Per questo, esorto tutti i ragazzi a gettarsi nel mondo dell'arte, della cultura, senza lasciarsi limitare ma anzi, prendendo come spunto i grandi come i Beatles o Spielberg che a 20 anni si erano già messi in gioco."

"Non credo affatto nella diceria che i nostri giovani siano snob e non vogliano fare lavori umili – afferma Veronesi – è il sistema lavorativo italiano che li sfrutta, abbattendoli in qualsiasi modo; ai giovani, dunque, non resta che andarsene provocando un buco generazionale insolubile nella nostra società e portandosi via con sé un pezzo d'Italia. Ecco perchè dobbiamo concentrarci sulle loro infinite possibilità e qualità, senza denigrarli, ma tenendo conto delle loro necessità."

 

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