Era il 7 dicembre del 1919 quando Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paolucci morì a Sammezzano, nel castello che il padre aveva progettato e realizzato: e nel 99esimo anniversario Reggello celebra questa donna colta e moderna, preparandosi a renderle omaggio nel modo migliore in occasione del centenario, il prossimo anno
Non era una donna comune, Marianna Panciatichi: figlia del Marchese che progettò e realizzò il Castello di Sammezzano, lei fu una donna di grande cultura e di diversi interessi, impegnata su tanti fronti, in particolare quello scientifico e naturalistico. A Sammezzano morì, il 7 dicembre del 1919: e quest'anno saranno esattamente 99 anni dalla sua scomparsa.
Anche in vista del centenario, il Comitato FPXA insieme con il Comune di Reggello e il contributo del Consiglio regionale della Toscana hanno organizzato una iniziativa in programma proprio venerdì 7 dicembre, con una serie di appuntamenti: il primo alle 17.30 nella sala consiliare di Reggello, poi alle 19 al Circolo di Leccio con la proiezione del filmato realizzato da Antonio Chiavacci di Hasta video "Marianna Panciatichi Paolucci: donna di scienza". Una prima giornata a cui ne seguiranno altre nel 2019, con importantissimi enti a cui la Marchesa Marianna ha donato le proprie collezioni, per avvicinarsi così al centenario della sua morte.
Marianna Panciatichi nacque a Firenze, il 3 febbraio del 1835. Diventò una fra le prime figure femminili di naturalista della seconda metà dell’Ottocento. Non solo prese in mano le redini dei tanti possedimenti della famiglia dopo la morte di Ferdinando Panciatichi Sammezzano nel 1897, ma nella sua vita ebbe modo di mettersi in luce per i tanti e diversificati interessi.
In continuità con i molti talenti, interessi e mezzi messi a disposizione dal padre, realizzò importanti collezioni di reperti paleontologici, malacologici, ornitologici e botanici. Partecipò attivamente al dibattito culturale del tempo, attraversato dalle nuove, rivoluzionarie idee di Darwin, guadagnandosi fama e riconoscimenti tanto più apprezzabili se si pensa a quanto fosse difficile per una donna, a quel tempo più che oggi, emergere in questi campi. Alla sua figura hanno dedicato importanti studi l’Università di Firenze (a cui donò una ricca collezione di fossili oggi conservata presso il Museo di Storia Naturale), l’Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi (di cui il padre Ferdinando fu Socio Onorario) e la Fondazione Scienza e Tecnica dove sono conservati i propri strumenti di lavoro ed il suo erbario. Marianna inoltre nel 1918 donò la propria collezione di uccelli impagliati, ben 1.260 esemplari, al Museo Ornitologico di San Gimignano dove sono tuttora conservati.
"Per tutto questo – sottolinea Massimo Sottani, presidente del Comitato FPXA – crediamo importante celebrarne la figura in occasione del primo centenario della morte che cadrà il 7 dicembre 2019". Nei prossimi mesi sarà compiutamente definito il programma, che vedrà una serie di convegni, la produzione di materiale didattico e l’istituzione di borse di studio a lei intitolate. Un lavoro di definizione in cui saranno coinvolti il Consiglio Regionale della Toscana, i Comuni di Reggello, Firenze e San Gimignano; l'Università di Firenze – Sistema Museale di Ateneo; l'Accademia Valdarnese del Poggio; la Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze.
Siamo convinti che ripercorrere la storia e le opere di Marianna Paulucci, consentirà non solo di evidenziarne la peculiarità ed importanza, ma anche di affrontare temi ancora estremamente attuali come il ruolo delle donne nella scienza e, più in generale, il ruolo di Firenze come grande città di scienza, oltre che di arte e letteratura.