Le richieste di chiarimenti erano relative ad analisi nell’acqua potabile di Figline, Incisa, Reggello e Rignano. “Ma la Asl non ha chiarito né quali fossero i punti di prelievo, né quali fossero i valori specifici”, denunciano Comitato Acqua Bene Comune e consiglieri comunali delle minoranze
Ci sono valori difformi dai limiti di legge, nell'acqua dell'acquedotto di alcune zone del Valdarno fiorentino. Inquinanti, secondo la denuncia del Comitato Acqua Bene Comune e dei consiglieri comunali di opposizione, che però specificano: "A precise richieste da parte nostra, la Asl ha risposto in modo non chiaro né trasparente".
Il problema, insomma, riguarda proprio la mancanza di informazioni chiare e precise. "Una situazione di grave mancanza di trasparenza sui contaminanti presenti nell’acqua potabile, legata all'estrema difficoltà per i cittadini di avere accesso ad informazioni complete in merito alla qualità dell'acqua, alle analisi effettuate e agli inquinanti rilevati".
La nota è firmata, insieme al Comitato Acqua Bene Comune Valdarno, anche dall'ssociazione Terra Libera Tutti, e dai rappresentanti delle opposizioni: Idea Comune e il consigliere indipendente Piero Caramello a Figline e Incisa, Passione in Comune e Sinistra di Rignano, Percorso Comune di Reggello.
"A febbraio – spiegano – abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti all'ufficio Asl, per verificare in quali aree precise del territorio dei tre comuni i valori delle analisi fossero non conformi alla legge, e garantire così ai cittadini un'informazione adeguata in merito ai rischi sanitari e alle procedure messe in atto dalle autorità competenti per tutelare la salute pubblica". Richieste che non hanno avuto le risposte attese.
"La Asl ha offerto una risposta generica e lacunosa. Infatti, nel comunicare che un certo numero di campioni hanno evidenziato valori non conformi alla legge per diversi parametri, non solo non ha chiarito né quali fossero i punti di prelievo incriminati, né quali fossero i valori specifici, ma soprattutto non ha fornito alcuna copia delle analisi". Da qui l'accusa_ "L'Azienda sanitaria lede il diritto dei cittadini alla piena informazione in merito, elemento grave in sé, ma a maggior ragione quando sono proprio le autorità preposte alla tutela della salute pubblica a non essere pienamente trasparenti".
Comitato, Associazioni e consiglieri si rivolgono dunque ai sindaci, "autorità sulle quali per prime ricade l'onere della tutela della salute pubblica. I Sindaci, che hanno pieno interesse ad essere costantemente informati, si facciano perciò interpreti di questa necessità di chiarezza: chiedano agli Enti gestori del servizio idrico e alla Asl, preposta alle analisi di controllo, che i dati siano resi pubblici e le analisi realmente accessibili ai cittadini che rappresentano".