Sei le ordinanze di custodia cautelare scattate nella notte, per un omicidio che risale al 1999, quello di Nazzareno Mancino, a Marcianise. Le misure sono state eseguite dalla Polizia: cinque dei sei destinatari dell’ordinanza erano detenuti, mentre il sesto si era rifatto una vita e lavorava in Valdarno
C'è un 40enne che risiedeva e lavorava in Valdarno, fra i sei destinatari di ordinanza di custodia cautelare in carcere dalla Polizia di Stato nel corso della notte, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. L'uomo, con a carico precedenti per associazione a delinquere di stampo camorristico, tentato omicidio, rapina e furto, è stato portato nel carcere di Arezzo a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Insieme ad altre cinque persone, che erano già detenute per altri reati, il 40enne è indagato per l'omicidio di Nazzareno Mancino, avvenuto a Marcianise il 7 aprile 1999, e per il tentato omicidio del fratello, Saverio Mancino, un anno dopo. Alla luce delle risultanze delle indagini, e grazie alle dichiarazioni rese dai diversi soggetti che hanno deciso nel corso degli anni di collaborare, si è arrivati al provvedimento di questa notte: su richiesta del sostituto procuratore Luigi Landolfi, il Gip ha emesso le sei ordinanze di custodia cautelare in carcere.
L'omicidio e il tentato omicidio furono il frutto della feroce contrapposizione tra il Clan Belforte e il Clan Piccolo che, all’epoca dei fatti, si contendevano la leadership criminale sul territorio di Marcianise e nelle aree limitrofe attraverso una lunga catena di omicidi. Mancino era affiliato ai Piccolo, e fu ucciso a colpi di kalashnikov dentro a un bar.