L’inchiesta sullo smaltimento illecito del Keu è arrivata nei giorni scorsi a una svolta, con la Direzione distrettuale antimafia di Firenze che ha chiesto il rinvio a giudizio di 24 persone e 6 società, contestando a vario titolo i reati di associazione per delinquere, gestione abusiva di rifiuti, abuso d’ufficio, corruzione elettorale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso. L’udienza davanti al Gup del tribunale di Firenze è stata fissata per il 12 aprile prossimo. Per l’azienda Lerose, il cui impianto si trova nel comune di Bucine e che è stata citata in giudizio, figurano i nomi di Francesco Lerose, del figlio e della moglie.
Oggi in una nota Libera Valdarno commenta la notizia: “Con la richiesta di rinvio a giudizio per 24 persone e 6 società si è chiusa l’inchiesta Keu e si entra ora nella parte processuale che dovrà stabilire la verità su fatti ed eventi che hanno riguardato molte aree della nostra regione, dal Valdarno pisano fino al Valdarno aretino. Un’inchiesta che coinvolge esponenti del mondo imprenditoriale, amministratori pubblici e aziende durante la quale la DDA di Firenze ha contestato agli indagati, a vario titolo, reati gravi come quelli di associazione per delinquere, gestione abusiva di rifiuti, abuso d’ufficio, corruzione elettorale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falso”.
“Sicuramente una delle indagini più importanti degli ultimi anni dalla quale sembra trasparire anche un rapporto con alcune famiglie della ‘ndrangheta calabrese che segna una svolta sul tema delle infiltrazioni mafiose in Toscana e sulle modalità con cui le mafie sono presenti nel nostro territorio. Ringraziamo ancora una volta la Magistratura e le Forze dell’Ordine per il lavoro che stanno svolgendo nel territorio e in tutto il paese. L’impianto accusatorio portato avanti dalla DDA distrettuale di Firenze è stato in questa fase confermato e l’udienza preliminare è stata convocata per il prossimo 12 aprile a Firenze”, spiega ancora Libera, che annuncia l’intenzione di seguire passo dopo passo tutti gli sviluppi processuali di questa vicenda.
“Questa indagine – si legge nella nota – conferma quanto da tempo la Magistratura, le Forze dell’Ordine, il mondo associativo sociale dell’antimafia vanno dicendo circa i rischi che l’economia sana della nostra regione sta subendo a seguito di fenomeni di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. È necessaria una presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica e dell’intera società civile. Le mafie sono organizzazioni eversive che intendono convivere con uno stato democratico come il nostro.
Lo fanno cercando di arricchirsi attraverso l’illegalità e il sopruso. Le mafie si possono sconfiggere solo se si riesce a rompere il rapporto tra i loro esponenti, parte del mondo imprenditoriale e della finanza, della politica, dei professionisti e degli amministratori, riscoprendo il valore etico della legalità e il sentirsi parte della vita della nostra comunità. Un compito che compete anche a tutti coloro che si sentono veramente cittadini di questo paese, parchè come ha ripetuto recentemente anche il Presidente della Repubblica, su un tema come le mafie o si contrastano e si combatte contro di loro o si diventa complici”.