Dindalini (Pd): “Serve una nuova riflessione sul sistema e sulle dimensioni dei servizi pubblici”. Fattori (Sì -Toscana a Sinistra): “Gli arresti sono il risultato del modello fallimentare voluto dal Pd”. Interviene anche il Movimento Consumatori
Continua la scia di reazioni politiche alla notizia dell'indagine che ha coinvolto Ato Toscana Sud e portato all'arresto del suo Direttore generale, con l'accusa di corruzione e turbativa d'asta.
Per il Pd di Arezzo parla il segretario provinciale Massimiliano Dindalini. "I magistrati facciano il loro lavoro. Il Pd ripone fiducia nell’operato della Giustizia e si augura che possa giungere presto a conclusione. Nel frattempo i cittadini hanno diritto alla piena garanzia dei servizi erogati da Sei Toscana ed è opportuno che i Sindaci provvedano, in attesa della conclusione dell’inchiesta, a dotare l’Ato di tutte le figure necessarie per il controllo del servizio".
Poi aggiunge: "Garantire l’immediato non basta. Si tratta di capire, alla luce del progressivo sviluppo delle indagini, quanto è accaduto e trarne anche le conseguenze politiche. Tra le valutazioni da fare c’è anche quella relativa al dimensionamento delle aziende che erogano servizi pubblici. La centralizzazione determina una sempre più grande difficoltà da parte dei Sindaci e dei cittadini a controllare e verificare l’operato delle aziende che erogano servizi pubblici. Dopo un periodo ormai congruo, penso sia anche possibile mettere in atto una verifica economica dei risultati delle aggregazioni di aziende pubbliche".
Per Sì-Toscana a Sinistra interviene invece Tommaso Fattori, capogruppo regionale: “Situazioni di assoluta gravità come quella che ha portato alle indagini e agli arresti sono purtroppo prevedibili e previste. La politica deve prendersi le sue responsabilità. Gli arresti non sono altro che la dimostrazione di ciò che diciamo da sempre: il soggetto privato non ha nessun interesse ad una gestione dei rifiuti efficiente, economica, che rispetti l’ambiente e favorisca l’occupazione. Nel solo ATO sud, vi è un eccesso di 30.000 tonnellate l’anno di rifiuti. E cosa succede al momento del bando di assegnazione? Guarda caso si finisce sempre per favorire aziende "politicamente vicine”. Per l’ATO Sud è stato elaborato un bando che ha subito destato enormi sospetti. Di fatto abbiamo sei gestori dei rifiuti che fanno capo a tre Cooperative che gestiscono tre inceneritori. Un muro di interesse difficile da scalfire se non cambiando radicalmente direzione.”
Sul caso è intervenuto infine anche il Movimento Consumatori di Montevarchi. "Ci auguriamo che la vicenda si possa risolvere con un giusto processo che stabilisca responsabilità e cattive condotte, ove ce ne fossero, auspicando che non emergano colpe penalmente rilevanti, questa sarebbe una buona notizia. Certo è difficile non avere dubbi: uno dei mali antichi nella gestione dei servizi ad interesse pubblico è la commistione tra controllato e controllore o peggio ancora controllato e controllore riconducibili ad una sola società. Il nostro impegno sarà di appurare l’entità dell’eventuale danno scaricato sulle tariffe delle famiglie e delle imprese. Per l’interesse del consumatore ci impegneremo anche a evidenziare le storture della filiera stessa, che non favorisce qualità e tariffe efficienti: occorre un impegno non soltanto delle associazioni ma anche politico a riformare i meccanismi dei servizi ad interesse pubblico".