22, Novembre, 2024

In funzione il servizio di automedica al Serristori: riorganizzata l’emergenza urgenza, dopo le polemiche

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I Cobas, che si erano battuti nei mesi scorsi affinché il servizio fosse in capo a dipendenti del servizio pubblico, oggi salutano con soddisfazione l’arrivo dell’automedica. Il via ufficiale ieri, 10 giugno: ora il medico del 118 sarà a bordo di un’auto in partenza dal Serristori, mentre le associazioni sul territorio partiranno con le ambulanze e i volontari formati

È già in servizio da una giornata, la nuova automedica in Valdarno fiorentino. Un servizio del tutto simile a quello che già da anni funziona in Valdarno aretino, alla Gruccia: il medico dell'emergenza urgenza ha come base di riferimento il Pronto soccorso del Serristori, dal quale parte, con un mezzo e insieme a un infermiere, ogni volta che c'è una chiamata al 118 con un codice che richiede, appunto, la presenza del medico. 

Restano invece sul territorio i presidi fissi delle ambulanze e dei sanitari, appositamente formati, delle associazioni di volontariato, che ovviamente continueranno a coprire nell'arco delle 24 ore tutte le chiamate di emergenza. La differenza sostanziale, quella per cui nei mesi scorsi si erano battuti i sindacati e in particolare i Cobas, è che l'automedica ora ha a bordo un medico e un infermiere dipendenti del servizio pubblico. 

"L’avvio del 118 a Figline con l’apertura dell’automedica, rimandata più volte, ha avuto finalmente un suo epilogo con il definitivo avvio del mezzo, con macchina, infermiere e medico dell’azienda, avvenuto il 10 giugno, dopo l’esito del ballottaggio – è il commento di Calò, Sgherri e Mangiola dei Cobas – tutto ciò grazie solo alla straordinaria mobilitazione degli infermieri e medici del 118 contrari al progetto di riorganizzazione o privatizzazione del sistema di emergenza territoriale che ha avuto tra i suoi sostenitori (sconfitti) Dirigenti della Regione Toscana, dell’Azienda USL Toscana Centro e di Amministratori del PD". 

I Cobas ricordano le critiche mosse al progetto originario, che prevedeva invece l'automedica gestita da associazioni e non afferente al servizio pubblico: "È stata una vicenda sconcertante, dai contorni ancora oscuri, poiché al centro dell’azione di governo regionale non stanno i bisogni di salute dei cittadini, ma solo gli appetiti delle potentissime associazioni del cosiddetto privato sociale impegnate, come più volte denunciato anche dai Cobas, a realizzare un business sull’emergenza territoriale, attaccandone la sua vocazione di servizio pubblico".

Qualche criticità comunque resta, spiegano Calò, Sgherri e Mangiola: "Nonostante che sia partita l’automedica, collocata dentro il presidio ospedaliero del Serristori, l’azienda, impegnata solo in operazione di contenimento della spesa, ha pensato bene di utilizzare gli operatori dell’emergenza territoriale, quale tappabuchi delle criticità presenti nelle dotazioni del personale medico del Pronto Soccorso di Figline, che da tempo è carente di specialisti, cercando di coinvolgere in questa operazione anche gli infermieri, che da anni offrono nelle varie postazioni del 118 sparse su tutto il territorio della provincia risposte altamente qualificate, positive e sicure nell’ambito dell’emergenza territoriale".

"Il tentativo maldestro compiuto dall’Azienda, spacciato come innovativo, di riempire le croniche carenze organiche nell’area critica del presidio ospedaliero a costo zero, senza alcun confronto con la RSU e le Organizzazioni sanitarie mediche, utilizzando alla bisogna il personale medico e infermieristico del 118 ha creato non poche tensioni professionali legate alla sicurezza di chi deve dedicarsi esclusivamente all’attività territoriale emergenziale. Siamo altresì in attesa che la Direzione Generale convochi, come richiesto dalla RSU, il tavolo tecnico dedicato al sistema 118 anche se sappiamo che la battaglia contro la privatizzazione non è del tutto vinta , occorre non abbassare la guardia", concludono i rappresentanti dei Cobas. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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