24, Dicembre, 2024

Il lupo: opportunista, teme l’uomo, sceglie prede facili. Incontro a Montegonzi con esperti del settore

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Non ci sono alternative: o si ama oppure si teme. Nell’era moderna e contemporanea il lupo suscita ancora alterni sentimenti e alterne reazioni. Ma una cosa è certa a sentire gli esperti: da quando l’uomo usa il fucile il lupo non ha mai attaccato o sbranato un essere umano anzi ne ha paura.

Come sempre, per ben comprendere questo animale, conoscere la sua natura e sapere come comportarsi correttamente al suo cospetto, è importante l’informazione, avere nozioni precise e concrete al riguardo. Ed è per questo motivo che l’Associazione culturale Montegonzi, dopo il successo dell’iniziativa del mese di marzo e recependo l’interesse dei cittadini, in collaborazione con la Società Filarmonica Giuseppe Verdi e con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Cavriglia ha organizzato un nuovo incontro sul tema. Questa volta il titolo era “Paura del Lupo!?”. Lo ha spiegato bene il presidente dell’Associazione, Stefano Valentini, presentando l’incontro e i due esperti chiamati a confrontarsi con il numeroso pubblico che ha preso parte alla serata al Circolo Ardenza: il professore Luigi Boitani, ordinario di zoologia all’Università ”La Sapienza” di Roma, tra i massimi esperti a livello mondiale del lupo e presidente del Large Carnivore Initiative, e Luca Mattioli, Coordinatore Task Force Lupo di Regione Toscana. Presente anche l’assessore del Comune di Cavriglia Sonia Tognazzi.

Il primo a prendere la parola è stato Luca Mattioli. In Toscana nel 2016, ha spiegato, erano presenti 800 lupi ma il loro numero è aumentato e questo si evince anche dagli esemplari ritrovati morti sulle strade a causa di investimenti da parte delle auto. Il lupo non è più a rischio estinzione ma di perdere la propria identità genetica attraverso l’ibridazione. Nel 2021 sono arrivate alla task force circa 480 segnalazioni da parte dei cittadini di cui 320 dovute a preoccupazione per la presenza del lupo sul territorio.

Perchè una Task Force sul Lupo?: “Non è un gruppo d’intervento operativo ma è orientato soprattutto ad aiutare gli operatori zootecnici per difendersi dal problema e a monitorare, raccogliere informazioni. E’ stato creato anche un numero di telefono per i cittadini”.

E’ aumentata la presenza del lupo nei centri abitati?: “Il lupo continua ad essere in montagna solo che all’inizio ha occupato le aree migliori, cioè quelle con meno popolazione umana e con più animali selvatici, visto che è un animale territoriale si sono formate nuove famiglie andando ad occupare le aree sempre più vicine ai centri abitati. Ed oggi aumenta la probabilità che questi animali siano visibili anche da persone che vivono nei paesi del fondovalle. E’ una situazione che sta avvenendo in tutta la Toscana e in tutta Italia e che forse ha sorpreso tutti. Ormai si parla di lupi periurbani, cioè lupi che occupano i territori che possono comprendere piccole frazioni o confinare con i grossi centri abitati”.

Quanto può essere pericoloso il lupo?: “Dobbiamo distinguere tra i conflitti che si generano nei confronti dei nostri animali, quelli da reddito per esempio ed è in una fase cronica, sta peggiorando dagli ultimi dieci anni e prevede costi enormi, e quelli d’affezione, cani e gatti, che il lupo può predare. Non possiamo negare che il lupo, possa essere potenzialmente pericoloso per l’uomo, è un grosso carnivoro e quindi incidenti possono accadere ma dobbiamo distinguere tra il rischio potenziale e la probabilità dell’evento che nel contesto socio economico oggi è molto bassa: l’ultimo evento infausto risale a 100 anni fa. Credo che corriamo rischi molto più elevati quotidianamente rispetto a quelli di avere un incidente con un lupo”.

Problema per gli allevatori: “Oggi, quasi ovunque, non è più possibile fare zootecnia senza adottare alcune misure di prevenzione. Le due misure basiche che anche la Regione Toscana ha individuato sono il ricovero notturno, gli animali cioè non possono rimanere incustoditi la notte, e la custodia diurna con un cane da difesa o con il pastore. Ci sono aiuti, in particolare nel 2024 verrà finanziata una nuova misura della comunità agricola comunitaria che prevede un premio per le aziende che adottano queste due misure basiche di prevenzione”.

Intervista completa a Luca Mattioli

I lupi non hanno regole, sono opportunisti, percorrono anche 2.000 chilometri per testare nuove situazioni e tentare di colonizzare il territorio. Non sono più aggressivi rispetto a quanto sono stati prima che l’uomo usasse il fucile. Il lupo va dove ritiene che la preda sia più facile da catturare. Il professore Luigi Boitani, così come aveva fatto nel marzo scorso, ha tracciato l’identikit del lupo, dei suoi comportamenti e della sua interazione con l’uomo, l’ambiente circostante e le prede. 

Il lupo attacca l’uomo, è necessario averne paura?: “Quante volte avete letto sul giornale, negli ultimi 100 anni, di una persona attaccata dal lupo? Zero, ve lo dico io. Avere paura di un attacco del lupo è una storia da cappuccetto rosso. E’ una paura totalmente infondata, basata sul nulla, che viene dai tempi in cui il lupo era davvero un problema per l’uomo ma questo pericolo è finito fine ‘700 primi ‘800 quando l’uomo, cioè, ha usato il fucile. Il lupo così ha imparato che l’uomo può essere pericoloso anche a distanza. E ricordiamoci anche che nel ‘700, ‘600 o prima, gli attacchi del lupo erano verso pastorelli, bambini, non persone adulte. Il lupo è un opportunista va dove le prede sono più facili ed ha imparato che è meglio star lontani dall’uomo. Non è mai successo niente infatti verso l’uomo”.

Per quanto riguarda gli animali domestici come il cane?: “Il cane è una preda molto facile per il lupo. Cane e bestiame domestico sono animali artificiali che l’uomo ha fatto per proprio uso e consumo. Una cosa è attaccare una pecora un’altra attaccare un cinghiale: se può scegliere il lupo va sulla pecora perchè è una preda molto più facile”.

I lupi nei centri abitati: “E’ sempre stato così. Quando ho iniziato 50 anni fa il lavoro sul lupo si leggeva sui giornali d’inverno “I lupi scendono a valle”: d’inverno c’era la neve e la gente vedeva le tracce e segnalava il lupo, d’estate la neve non c’era e sembrava che il lupo non ci fosse e invece stava e sta dietro le case, nei paesi, di giorno, di notte e tutte le stagioni dell’anno. Solo che non si fa vedere e non fa danni. Quando qualcuno si trova davanti un lupo, visto che l’incontro dura tra i 3 e i 12 secondi e poi il lupo scappa, posso solo consigliare: godetevela! perchè è una cosa rarissima”.

Attacchi a pecore: “Lupo e uomo convivono da migliaia di anni e durante questo tempo l’uomo si è inventato metodi per ridurre, a livelli tollerabili, l’impatto da parte del lupo. Se un pastore ha 300 pecore e alla fine dell’anno gliene spariscono tre o 10 non è un grave danno. Quindi l’importante è ridurre l’impatto del lupo a livelli tollerabili non a zero. In natura non esiste il rischio zero. Ed i metodi sono: piccole greggi, un pastore competente, tre cani, il maremmano abruzzese per esempio è il migliore. I danni così sono ridotti al minimo. Di notte: le recinzioni elettriche. Tutto questo costa ed è lì che deve intervenire lo Stato. Se noi siamo contenti di avere il lupo là fuori non è giusto che questo debba ricadere solo sulle spalle dei pastori. Tutte le Regioni hanno leggi di indennizzo, di compensazione dei danni, di supporto ai mezzi di prevenzione. Nel Parco del casentino i pastori hanno danni pari allo zero perchè hanno un’ottima campagna di sostentamento, di supporto e di aiuto ai pastori”.

Intervista completa a Luigi Boitani

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