26, Aprile, 2024

Il Consorzio Valdarno di Sopra discute della certificazione ‘bio’. “Esaltare la biodiversità e tutelare lavoratori e consumatori”

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La riunione, tenutasi a Terranuova, ha affrontato svariati temi tra i quali: la realtà del territorio di denominazione, il proseguire nella richiesta di certificazione bio e l’appoggio della regione. In sala, tra i presenti, l’onorevole Susanna Cenni e il sindaco Sergio Chienni

La denominazione del Valdarno, che negli ultimi anni ha visto una crescita importante di soci e produzione, riporta sul tavolo la questione della richiesta di certificazione bio, da tempo discussa con il Ministero delle politiche agricole, che, per adesso, si è risolta con un nulla di fatto ed ha portato anche ad una critica pubblica durante le giornate di "Primanteprime" a Firenze, dove il consorzio ha indossato delle magliette con la scritta "biorevolution" (foto sotto). Della questione si è discusso oggi a Terranuova, nella Sala consiliare, in un tavolo di confronto fra i vari attori in gioco. 

 

 

"La denominazione di vino biologico è il punto nodale della questione – afferma il segretario del Consorzio Valdarno di Sopra Ettore Ciancico – questo primo passo è fondamentale per l'ampio ventaglio di modifiche tecniche che abbiamo effettuato alla disciplinare di produzione. Scelte che non limitano o subordinano, bensì danno un'opportunità imprenditoriale a chi la vuole cogliere, permettendo così di caratterizzare il proprio prodotto esaltando la biodiversità e tutelando la salute dei consumatori e dei lavoratori."

"Abbiamo trovato un dissenso da parte del Ministero – continua Ciancico – con il quale in una prima interlocuzione avevamo trovato un atteggiamento positivo, dopodiché hanno ritratto il loro consenso, dimostrandosi contrari poiché, a loro dire, denominazione e biologico appartengono a due filoni differenti che non possono essere raggruppati in un'unica classificazione. Noi, tuttavia, abbiamo bisogno di poter certificare ed essere riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale, poiché quello che facciamo è investire in credibilità e crediamo si possa, e si debba, scegliere la strada nuova e virtuosa anziché le difficoltà tecnico – burocratiche."

"La scelta di produrre con criteri e pratiche bio può diventare un valore aggiunto importante – dice nel suo intervento l'onorevole Susanna Cenni – questa è una di quelle esperienze che nasce dal basso, importantissima per il territorio e l'agricoltura in generale, che trovando la giusta sintonia tra cittadini ed amministrazioni può portare ad importanti cambiamenti, spero nell'accompagnamento della Regione, la quale darebbe un appoggio fondamentale per andare avanti in questo giusto progetto."

Anche il presidente del Consorzio, Luca Sanjust, ha lanciato un messaggio per il futuro dell'organizzazione: "Quello che cerchiamo di fare è il meglio che possiamo, impegnandoci tutti non solo per fare del buon vino, ma per salvaguardare la biodiversità, rimboccandoci le maniche per trovare una strada condivisa a livello nazionale e locale così da risolvere e rafforzare questa situazione". 

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