17, Novembre, 2024

Il Castello di Sammezzano unico sito italiano fra i 12 più a rischio d’Europa

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Il Castello di Leccio è l’unico ‘candidato’ italiano per la fase di selezione finale nel programma europeo “7 Most Endangered”, i sette beni culturali più a rischio. La lista è stata resa nota da Europa Nostra, la principale organizzazione europea per la tutela del patrimonio culturale, e dall’Istituto della Banca Europea per gli Investimenti. A marzo saranno comunicati i risultati finali del programma

C'è soltanto il Castello di Sammezzano, a rappresentare l'Italia nella top 12 dei siti più a rischio d'Europa. Un record che non è affatto positivo, per il castello che domina Leccio e che è stato progettato e realizzato dal Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona. L'edificio è stato infatti inserito nella lista dei 12 siti finalisti, candidati all’edizione 2018 del programma "7 Most Endangered", un programma lanciato nel 2013 da Europa Nostra, tra le più rappresentative organizzazioni per il patrimonio culturale in Europa, con l’European Investment Bank Institute, con lo scopo di salvare e conservare luoghi europei di importanza storica e culturale. 

Il Castello di Sammezzano, che oggi ancora non ha un futuro certo (l'asta aggiudicata ad una società araba è stata annullata, la precedente proprietà dichiarata fallita, l'assegnazione alla Kairos che ne aveva fatto istanza non è ancora mai avvenuta), è stato nominato in particolare dal Touring Club Italiano  insieme al movimento Save Sammezzano. Tutti i siti, infatti, come da regolamento del programma, sono stati candidati da enti pubblici e organizzazioni operanti nei settori della cultura e del turismo e aderenti a Europa Nostra. "È con grande piacere che la nostra associazione ha accolto la decisione della giuria di esperti in storia, archeologia, architettura, restauro, analisi di progetto e finanza, in attesa della lista finale dei 7 siti storici europei più in pericolo che sarà resa pubblica il 15 marzo", si legge in una nota del Touring Club.

I 12 luoghi sono stati selezionati dalla commissione tenendo in considerazione sia il loro straordinario valore storico e culturale, sia lo stato di degrado nel quale versano, e che mette in serio e imminente pericolo la loro esistenza. Anche il coinvolgimento delle comunità locali e l’impegno di attori pubblici e privati per salvare questi siti sono stati fattori cruciali. Un altro importante criterio è stato il potenziale che questi siti possono esprimere come catalizzatori di sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale ed economico. 

I 12 siti finalisti, tutti luoghi a rischio, sono dislocati in 10 Paesi europei diversi:
– il centro storico di Gjirokastra, Albania;
– le chiese post-bizantine a Voskopoja e Vithkuqi, Albania;
– il centro storico di Vienna, Austria;
– la fabbrica della lavorazione del carbone di Beringen, Belgio;
– il Monumento di Buzludzha, Bulgaria;
– il sistema di funivie di Chiatura, Georgia;
– il complesso monastico di David Gareji, Georgia;
– il Castello di Sammezzano in Toscana, Italia;
– il Casinò di Constanta, Romania;
– i siti preistorici di arte rupestre nella provincia di Cadice, Spagna;
– l’orfanotrofio greco di Prinkipo, Isole dei Principi, Turchia;
– la fabbrica di ghiaccio di Grimsby, Regno Unito. 
 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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