A giugno il Comitato scrisse all’assessorato ai trasporti della Toscana, chiedendo risposte concrete su orari inidonei, mancate coincidenze, affollamenti sui treni del Valdarno. Passata l’estate, ancora non sono arrivate risposte: e i pendolari valdarnesi tornano alla carica
"Rimettere mano a orari e coincidenze": lo chiedevano a giugno, i pendolari del Comitato del Valdarno, alla Regione Toscana e a Trenitalia. Sul tavolo c'erano infatti tutta una serie di piccole 'inefficienze' migliorabili, secondo la lettera, con minime variazioni tutte a favore dei viaggiatori. Ad agosto, di fronte alla mancanza di risposte, partì un sollecito: al quale rispose la segreteria dell’assessorato alle Infrastrutture, che annunciava verifiche ma non in tempi brevi.
Ottobre volge al termine, di mesi ne sono passati quattro: ma ancora nulla. Per questo il Comitato torna alla carica e chiede ancora una volta all'assessorato ai trasporti della Regione di rispondere, nel concreto, a quelle richieste. "Siamo ancora in attesa di un concreto riscontro alla nostra richiesta del 17 giugno e successivo sollecito del 5 agosto – scrive il portavoce Maurizio Da R – in cui chiedevamo variazioni e correzioni di orari di alcuni treni della linea aretina, con modifiche minime ma significative per i pendolari".
"Non vorremmo che la Regione Toscana si fosse dimenticata dei pendolari del Valdarno e che a dicembre col nuovo orario non cambiasse nulla", aggiunge Da Re. La richiesta del Comitato pendolari riguardava l'inversione di orario e relativa precedenza di pochi minuti fra due treni (11803 e 11805) alla stazione Figline, il posticipo della partenza iniziale di circa 4 minuti del treno 11801 con il ripristino del vecchio orario, la coincidenza a Campo di Marte del treno 6556 con lo spostamento e posticipo della partenza di 2-3 minuti, l'arrivo dal Valdarno a Firenze SMN di un treno almeno 15 minuti prima delle ore 7.00 per garantire l'entrata al lavoro di molti pendolari valdarnesi. Per ultima la richiesta di portare il Vivalto 6604 da 7 a 8 carrozze per ridurre l'affollamento degli studenti universitari nella tratta S.Giovanni-Rifredi.
"In agosto la Regione ci aveva scritto – ricorda il portavoce del Comitato – le nostre richieste erano state recepite e oggetto di analisi da parte degli uffici competenti e saremmo stati informati degli esiti di tali approfondimenti non appena fossero stati disponibili, anche se i tempi non sarebbero stati brevissimi. In effetti come Comitato – continua Da Re – pensavamo che in un paio di mesi gli uffici competenti della Regione e di Trenitalia fossero in grado di fare le proprie valutazioni e verifiche, accogliendo le proposte del Comitato o indicando altre soluzioni, visto che si tratta di minime modifiche".
"Pensavamo che queste variazioni agli orari dei treni potessero entrare in vigore già dallo scorso settembre o, al più tardi, dal prossimo dicembre, col nuovo orario invernale – conclude Da Re – ma sono passati altri 2 mesi senza alcuna risposta".