La lista interviene contro il progetto di fusione tra Pergine e Laterina, su cui i cittadini si esprimeranno il 29 e 30 ottobre con il referendum. “Effetto negativo per la riduzione feroce della rappresentanza democratica dei cittadini in seno ai consigli comunali”
La lista Sì Toscana a Sinistra interviene nel dibattito sul porgetto di fusione dei comuni di Pergine e Laterina, sottolineando la posizione contraria, in vista del referendum che si terrà il 29 e 30 ottobre.
"Il Comune unico Pergine/Laterina riduce la rappresentanza democratica" – spiegano i rappresentanti – "Il comitato per il sì alla fusione (a freddo, visto il sospetto contingentamento dei tempi imposto dal "Patto del Nazareno" in salsa valdarnese PD/FI, con il partito di B. in tutta la Toscana contrario alle fusioni tranne che qui) ha dimostrato di non avere idee troppo chiare su come "utilizzare" i soldi che dovrebbero arrivare dopo l'eventuale parto del comune unico".
"A parte il non trascurabile particolare di fare i conti – senza l'oste – su vagonate di euro che nessuno ad oggi può giurare se arriveranno effettivamente o meno (essi dipendono comunque dalle disponibilità finanziarie sia della Regione che dello Stato) ed anche del fatto che con la legge sui piccoli comuni appena approvata vengono sin da subito stanziate risorse che finora giuravano sarebbero state elargite solo con la fusione. Ciò che stona sono le due versioni di volantini inneggianti al si al comune unico che sono circolate".
"La prima versione pareva voler trasformare la frazione Ponticino-Cavi-Casalone in una specie di "Paese del Bengodi", dove sarebbero stati spesi (quasi) tutti i soldi derivanti dalla fusione", sottolinea la Lista, elencando il Centro per anziani, il completamento dei marciapiedi della Regionale 69, il Ponte medioevale, il Centro Civico, i giardini di Cavi, la ristrutturazione delle scuole, della caserma, del Distretto Socio Sanitario, della Sala Polivalente e la riqualificazione di alcune strade e zone, tra cui quella del palazzetto, l'area nei pressi della stazione ferroviaria e l'ampliamento del cimitero.
"Insomma una roba che mancava solo la promessa di ricchi premi e cotillons a chi avesse preso la residenza/cittadinanza nel "Principato Autonomo di Ponticino". Per le altre frazioni briciole o poco più, al che uno era autorizzato a pensare che nel regno di Ponticino vivesse un novello Re Mida, che tutto quel che tocca diventa oro. Poi è arrivata la seconda versione del volantino, molto più spartana e pragmatica, che ha "ridimensionato" il Principato di Ponticino e riequilibrato le presunte future risorse da ridistribuire".
"La morale è che il progetto di fusione – con effetto negativo sicuro la riduzione feroce della rappresentanza democratica dei cittadini in seno ai consigli comunali – è stato tremendamente accelerato dal PD per motivi indicibili, con lo "strano" supporto di FI" – conclude la Lista – "A meno che non si debba dar ragione all'inarrivabile Giani, Presidente Pd del Consiglio Regionale Toscano, il quale, in un impeto di irrefrenabile euforia, ha così testualmente sentenziato: 'La fusione avrà un territorio omogeneo perché al centro c'è Ponticino, il paese di Pupo'. Povero Pupo, il nostro illustre concittadino non si meritava proprio questa menzione da cotanto statista".