Per le Organizzazioni Sindacali è difficile dare un giudizio complessivo sul piano industriale quadriennale illustrato dalla direzione Fimer
"Apprezziamo sicuramente l'impegno manifestato in tutte le sedi, istituzionale compresa, che nonostante la crisi anche epidemologica rassicura sul mantenimento dei livelli occupazionali quale punto certo del piano. A nostro avviso però vi sono delle urgenze non risolte e non trattate". Fim, Fiom, Uilm esprimono preoccupazione sul piano industriale quadriennale illustrato da Fimer spa, il gruppo che ha acquisito il settore degli inverter solari da ABB.
"E’ necessaria per le turbolenze di mercato generate dalla notizia della divisione del Business ABB Solare e dalla lentezza dell’operazione, una determinata iniziativa di rilancio del marchio e prodotti PowerOne, storici dello stabilimento di Terranuova Bracciolini. Serve con urgenza un'azione più concreta rivolta a recuperare spazi di mercato ancora esistenti nonostante il Covid, con forti investimenti sul Marketing e sul Commerciale. Dal piano si evince solo una riorganizzazione di quelle che erano in passato le LBU con i loro limiti, tra l’altro già manifestati e denunciati da lavoratori e sindacati. Serve un`azione diretta sul rinnovamento ed aggiornamento dei prodotti in termini di ricerca e sviluppo, miglioramento della prestazione e qualità che non può essere solo limitata e circoscritta al vecchio Piano presentato durante l’ultima fase di ABB ma dovrebbe garantire nuove azioni da supportare con investimenti nel medio lungo periodo, e non solo attraverso ad una politica di tagli. Se uno dei problemi è il recupero di efficienza, è inevitabile ripensare l'intera industrializzazione del prodotto e nuova organizzazione del lavoro, che rischierebbero altrimenti di appesantire ulteriormente il processo senza alcun effetto positivo".
"Il piano presentatoci è molto teorico e volto a risolvere urgenze quali liquidità di Cassa ed una carente solidità finanziaria ereditata dalla vecchia gestione. Capiamo che sia una priorità in quanto PowerOne non è più parte di un gruppo multinazionale ma un’azienda italiana di medie dimensioni ma come OO.SS. chiediamo investimenti economici importanti, strutturali e immediati per uscire da una situazione particolare come quella vissuta dallo stabilimento di Valdarno, aggravata dall'emergenza sanitaria Covid in corso. Solamente attraverso la giusta valorizzazione dello stabilimento, con il suo indotto, gli importanti obiettivi sfidanti prefissati potranno essere raggiunti".
Le organizzazioni sindacali concludono: "Le maestranze di questo stabilimento hanno sempre dimostrato, in oltre 40 anni di attività, di risollevarsi da tutte le crisi attraversate. Cosa diversa sarebbe drenare risorse, volumi e professionalità a vantaggio di altri territori che, per esperienza e vocazione, ancora non hanno le caratteristiche per supportare da sole il progetto One-Company ma, anzi, potrebbero comprometterne la sua realizzazione. Ci aspettiamo dunque maggiore chiarezza da parte dell’Azienda riguardo investimenti e tempistiche necessari alla messa in pratica e sviluppo di un piano industriale che debba pero’ vertere sul recupero di volumi e competitività sul mercato internazionale. Per costruire al meglio il futuro dobbiamo partire da elementi di certezza e non da sole speranze ed auspici".