Sono terminati i lavori di realizzazione della Cassa di espansione di Pizziconi, nel comune di Figline e Incisa: l’opera infatti ora comprende anche le paratie che, una volta azionate, permettono o impediscono l’afflusso delle acque dell’Arno in caso di piena. L’opera di presa, nel dettaglio, è composta da 6 paratie, lunghe 15 metri ciascuna, che permettono il passaggio di oltre 200 metri cubi di acqua al secondo: in tutto circa 3 milioni e 400mila metri cubi che possono essere accolti nella cassa vera e propria, nelle campagne lungo via Urbinese. La cassa di Pizziconi, il cui soggetto gestore è la Regione Toscana, attraverso il Genio Civile Valdarno, ha avuto in questo lotto, cioè quello relativo appunto all’opera di presa, un costo di circa 13 milioni di euro.
Le paratie potranno essere azionate manualmente dal pannello di controllo situato sopra il manufatto stesso, ma in caso di emergenza anche da remoto, garantendo così all’acqua dell’Arno in piena una via alternativa, in modo da sgonfiarne la portata alleggerendola notevolmente.
Questa mattina dunque si è tenuta l’inaugurazione con la dimostrazione di chiusura di una delle paratie, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell’assessora alla protezione civile e all’ambiente Monia Monni, del sindaco di Figline e Incisa Valerio Pianigiani e del collega di Reggello Piero Giunti. Presenti progettisti, responsabili del cantiere, dirigenti della Regione e del Genio Civile.
Ha detto il presidente Giani: “È un’opera di prevenzione del rischio idrogeologico sull’Arno fra le più importanti degli ultimi anni. La cassa di Pizziconi, in caso di alluvioni ed eventi straordinari, potrà invasare fino a 3 milioni e 400mila metri cubi di acqua. Questa opera funzionerà poi insieme alle altre casse che seguiranno, Restone in corso di costruzione, Prulli per cui sono partiti i lavori, e Leccio in fase di progettazione”.
Ha spiegato l’assessora Monni: “Il sistema completo delle casse di espansione qui in Valdarno, una volta completo, permetterà di invasare 25 milioni di metri cubi d’acqua. Oggi inauguriamo l’opera di presa, il rubinetto della cassa di espansione di Pizziconi, che ha una forza e una dimensione importante. Per le altre casse: Prulli e Restone, che insieme hanno un valore di circa 100 milioni di euro, saranno ultimate nel 2026 e nel 2027. L’ultima sarà Leccio, opera che da sola vale 90 milioni di euro, e la stiamo progettando”.
Francesco Piani è il responsabile per la Regione del Genio civile, che si è occupato dell’opera: “La cassa di espansione di Pizziconi – ha spiegato – fa parte del cosiddetto sistema di Figline per la mitigazione del rischio idraulico sull’Arno. Viene comandata dal locale che si trova sopra le paratie, ma sarà possibile assumerne il controllo anche da remoto dagli uffici della Sala di piena. Le acque dell’Arno, che si trova al di là dell’autostrada e della ferrovia, troveranno dunque una valvola di sfogo, attraversando le paratoie, che saranno aperte solo in caso di eventi significativi, in modo da usare la cassa di espansione solo in caso di vera necessità”.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Figline e Incisa, Valerio Pianigiani: “Quest’opera, nel nostro comune, è importante per la sicurezza del territorio: una risposta anche per Figline oltre che per Firenze. Il nostro comune sta contribuendo in maniera importante alla sicurezza idrogeologica sull’Arno, visto che sul nostro territorio abbiamo anche la cassa di Restone, dove sono in corso i lavori. Tutto questo permetterà di svincolare anche parte del nostro territorio e consentire investimenti e nuovi insediamenti che oggi invece non possiamo permettere”.