Le ordinanze dei comuni sono prolungate fino a gennaio, ma intanto i valori di polveri sottili restano sopra al limite di legge. Sono già 23 gli sforamenti: se si raggiungeranno i 35 dovranno scattare anche misure più stringenti, come il blocco del traffico
Resta sotto osservazione la situazione sul fronte dell'inquinamento atmosferico in Valdarno. Le condizioni meteo di questi giorni non aiutano, infatti, ad abbassare la quantità di polveri sottili presente nell'aria: la nebbia, l'assenza di vento e di piogge intense rendono più complicata la situazione. La centralina Arpat presente da marzo a Figline ha registrato un altro sforamento di Pm10 ieri, anche se con valori medi più bassi (53 microgrammi per metro cubo): ma è già il 23esimo superamento dalla sua attivazione.
I comuni coinvolti nella rete regionale (che, lo ricordiamo, oltre a Figline e Incisa sono Reggello, San Giovanni, Terranuova e Montevarchi) hanno prolungato fino a gennaio le ordinanze anti-smog. Sono vietati abbruciamenti all'aperto, si obbligano i mezzi pesanti a spegnere i motori ai semafori. Ai cittadini invece c'è l'invito ad adottare alcuni comportamenti specifici: non utilizzare camini o stufe se non è indispensabile, preferire i mezzi pubblici all'auto privata, per quanto possibile.
Se però si dovesse toccare il 35esimo sforamento di Pm10, queste misure non basterebbero più. Scatterebbero infatti i provvedimenti previsti in questo caso dalle norme regionali, che tra le altre cose contemplano il blocco del traffico nei centri interessati. A Firenze e nei comuni confinanti lo stop ai mezzi più inquinanti c'è già stato, il prossimo turno potrebbe essere quello del Valdarno.